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Italia in cerca di sviluppo

di Valeria Di Rosa

Ricco di 3,9 milioni di turisti che lo hanno praticato e di 1,8 milioni che hanno scelto i green del Belpaese come la loro principale regione di vacanza, il golf in Italia sta assumendo sempre più le caratteristiche di prodotto su cui investire.

 

Secondo uno studio Protiviti e Federazione Italiana Golf, che utilizza anche dati dell'Osservatorio nazionale sul turismo, il segmento, fra tutti quelli che compongono l'articolato mondo del turismo sportivo, è quello che vede le maggiori possibilità di sviluppo: può infatti attrarre turisti più diversi e senza limiti d'età e si combina con le altre offerte strutturali del turismo tricolore, dalle città d'arte al mare, dalla montagna all'enogastronomia.

 

Nel 2009 la vacanza sportiva in Italia è stata motivazione di soggiorno per il 19,4 per cento dei vacanzieri, e ha generato circa 70 milioni di presenze. Secondo l'Ont, il golf è il quinto fra gli sport più commercializzati dai tour operator internazionali sull'Italia, con uno share del 14,4 per cento di mercato. L'interesse dei t.o. converge nell'offrire pacchetti di turismo golfistico nelle aree del Centro Italia nelle quali la combinazione con le città d'arte è più facile, tanto è vero che le regioni più gettonate sono Lazio e Toscana, seguite a ruota dal Veneto, che ha grande offerta di campi e asset culturali di grande livello, e dalla Lombardia, che affianca a un'ottima disponibilità di green l'appeal dello shopping.

 

I bacini

 

Per quanto riguarda i mercati di riferimento, la Germania è quello predominante, con il 48,8 per cento di share. A seguire l'Austria, con il 16,3 per cento, il Regno Unito, con il 13,4 per cento e la Francia con il 9,3 per cento. Il turista golf è high profile, con una buona capacità di spesa e attento alle diverse risorse locali. Rispetto a un turista leisure, spende circa 20 euro in più al giorno durante le sue vacanze, per una cifra media di 74 euro a giornata.

 

Anche e soprattutto per questo i territori sono particolarmente interessati a incrementare le percentuali di turisti golf nelle loro aree: secondo l?Ont, un golfista che fruisce di una vacanza articolata, accompagnata da un ventaglio di attività diverse, genera una spesa media pro capite al giorno di 113 euro; un bacino estremamente ricco, che in Italia resta, però, ancora limitato ad alcune regioni.

 

I limiti del Belpaese

 

La ricerca di canali di sviluppo per il segmento in Italia è strettamente connessa alle potenzialità delle strutture ricettive legate ai golf club. Secondo il survey Protiviti per Fig, solo 104 golf club del Belpaese sono a vocazione turistica, ossia il 34 per cento dell'offerta. Fra questi, solo il 2 per cento è collegato a un vero e proprio centro vacanze, mentre il 35 per cento ha una disponibilità di accoglienza relativamente limitata, disponendo per i propri clienti di piccole strutture, come foresterie, appartamenti o agriturismo che offrono al massimo 40 posti letto. Anche la distribuzione territoriale dell?offerta italiana non è equilibrata, e di fatto non sfrutta le potenzialità del territorio. La maggior parte dei circoli a vocazione turistica è collocata, infatti, nel Nord, contraddicendo le opportunità di destagionalizzazione che le condizioni climatiche del Sud Italia potrebbero offrire. Nel Mezzogiorno, fatte salve la Sardegna e la Puglia, dove il binomio golf e mare è consolidato, i campi sono pochi e quelli collegati a strutture ricettive ancora meno.

 

Pubblicato il 14/07/2011

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