|

Golf&More, l'offerta tricolore

di Domenico Palladino

Centoquaranta campi da golf, settantuno golf club rappresentati, trecento hotel e strutture ricettive dedicate e collegate. Questi sono i numeri di Italy Golf&More, progetto interregionale partito nel 2004 con a capo il Friuli Venezia Giulia e arrivato al 2010 con 6 regioni aderenti e una serie di iniziative promozionali avviate.

 

"Partecipiamo a fiere e open golf in Europa come un unico soggetto, presentando uno scorcio di Italia con un'offerta diversificata e ampia - spiega Maurizio De Vito Piscicelli, uno dei responsabili del progetto Interreg e promoter di Emilia Romagna Golf - e abbiamo iniziato a riscuotere un notevole successo". Oltre al Friuli, che continua ad essere capofila del progetto, aderiscono a Italy Golf&More Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte e Sicilia: ogni regione propone l'offerta completa del territorio, mentre i diversi golf club aderenti al consorzio promuovono i loro green.

 

"Abbiamo una fee di ingresso di 20mila euro per ogni regione - spiega Piscicelli - per un budget totale di 120mila euro, che spendiamo in promozione internazionale. Certo, potessimo avere tutto il Paese insieme, il posizionamento dell'Italia sul mercato del golf sarebbe sicuramente diverso".

 

L'offerta tricolore, infatti, parte da un difetto originale, che condiziona e ha condizionato il suo sviluppo. "I campi da golf italiani non sono stati creati per motivi turistici - spiega Piscicelli - ma sono stati costruiti per i soci. Per questo l'offerta italiana non dispone dei classici golf resort internazionali, ma è un prodotto diverso, che va promosso con forza".

 

L'Italia, infatti, non è percepita ancora nel mondo come una destinazione golfistica. "Fondamentalmente, siamo poco visibili - dice - e più cari, non tanto per il costo dei green quanto per i prezzi degli hotel, almeno rispetto alle destinazioni emergenti come la Turchia".

 

Secondo Piscicelli, infatti, servirebbe una massa critica ancora superiore rispetto a quella che il consorzio riesce a realizzare, per ampliare il budget e la possibilità di promuoversi sul mercato. "Noi non siamo presenti ai tornei, ai grandi eventi del golf - si rammarica -. Senza contare che, a parte il budget promozionale, servirebbe una maggiore unitarietà di intenti e di azioni, per evitare la parcelizzazione della promozione (che rende anche poco riconoscibile all'estero il sistema Paese) e per eliminare anche sprechi di risorse, mai come adesso particolamente risicate".

 

Quello a cui punta il consorzio interregionale è la nascita di un progetto di promozione a livello nazionale. Un progetto che è in fase di creazione all'interno del Ministero del Turismo, con il Comitato turismo e sport: proprio nei giorni scorsi si è tenuta una riunione per valutare la possibilità di ampliare il raggruppamento regionale e concentrare gli sforzi promozionali su un unico programma. Per dirottare una parte consistente dei 7 milioni di golfisti europei anche sul Belpaese.

 

Pubblicato il 12/07/2010

Vedi Golf; Vedi tutti i dossier di Vacanze Tematiche; Vedi tutti i dossier

Commenti di Facebook

Torna su
Chiudi