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La conquista dei cieli europei

di Valeria Di Rosa

È la linea di business principale su cui si articola il fenomeno low cost. E mostra una crescita progressiva che fa prevedere l’occupazione del mercato entro il 2020. Il trasporto aereo è il segmento economico nel quale meglio e in modo più dinamico si esprime il business model del no frills.

Tanto è vero che i vettori low cost hanno visto crescere in maniera progressiva il loro peso nei cieli europei, portando lo share di mercato del segmento al 35 per cento sulla capacità complessiva offerta in Europa. Il totale dei posti offerti dalle compagnie low cost nell’estate del 2010 ha raggiunto i 6 milioni, raddoppiando il dato del quinquennio precedente. E sul totale dei voli point to point schedulati nei cieli del Vecchio Continente, circa il 43 per cento è effettuato da vettori low fare.

 

A rivelarlo uno studio realizzato da York Aviation per Elfaa, l’associazione europea delle compagnie low fare, che evidenzia un trend di crescita del segmento dal 2005 al 2010 a ritmi sostenuti, tanto da lasciar prevedere che nei prossimi anni la tendenza allo sviluppo sarà continua e lineare.

Le previsioni per il prossimo decennio mostrano due possibili linee evolutive per il mercato mosso dai vettori no frills. Sulla base della performance riscontrata dalle compagnie nell’ultimo quinquennio, infatti, lo studio Elfaa prevede una crescita della capacità offerta del 72 per cento per quanto riguarda i soli membri dell’associazione, e entro il 2020 il segmento dovrebbe raggiungere il 42 per cento dell’offerta di posti sul totale dei cieli europei. Dal punto di vista dei passeggeri trasportati, si prevede un risultato analogo, con il 45 per cento del totale pax veicolato dalle low cost.

 

Lo studio, però, propone anche un’altra ipotesi di sviluppo, secondo la quale la crescita potrebbe essere ancora più propulsiva. Nei prossimi 10 anni, infatti, la capacità offerta dalle no frills potrebbe aumentare del 108 per cento, sino a guadagnare il 49 per cento dello share di mercato e trasportando il 53 per cento del totale dei passeggeri europei.

In questo scenario, il superamento delle compagnie tradizionali da parte delle low cost sarebbe completo: negli ultimi 5 anni, peraltro, i vettori no frills hanno rosicchiato alle altre compagnie il 14 per cento delle quote di mercato.

 

Cinque anni di crescita per guadagnare share

 

La ricerca Elfaa traccia il quadro delle linee di sviluppo che hanno caratterizzato la presenza delle compagnie no frills in Europa dal 2005 al 2010.

Un quadro che mostra dati di incremento progressivo su tutti i fronti, dalla capacità offerta al numero di passeggeri. L’aumento del market share dei vettori no frills ha strappato progressivamente terreno alle compagnie tradizionali, che hanno visto ridursi il loro peso, passando dal 79 per cento delle quote di mercato detenute nel 2005 al 65 per cento fatto registrare nel corso del 2010.

 

Anche dal punto di vista dei passeggeri l’ago della bilancia pende a favore delle low fare. Mentre nel 2005 i pax trasportati dai vettori a basso costo rappresentavano il 24 per cento sul totale dei clienti che avevano volato nei cieli europei, nel 2010 la quota di delle no frills è salita fino al 38 per cento.

 

Al contrario, i vettori tradizionali detenevano nel 2005 il 76 per cento del totale dei pax, mentre lo scorso anno il loro peso sul numero di passeggeri trasportati è sceso al 62 per cento. Un decremento di traffico di 14 punti percentuali che è andato ad arricchire le casse delle compagnie a basso costo, in forte sviluppo.

 

Il Sud Italia ultima frontiera

 

È il Mezzogiorno la terra di conquista dei vettori low cost sull’Italia. Per la stagione estiva si assiste, infatti, a una crescita dei network low fare, che da Napoli alla Puglia e alla Sicilia stanno ampliando il loro raggio d’azione sul Sud Italia. Così l’italiana Wind Jet ha avviato collegamenti da Palermo e Catania, easyJet ha aperto a Brindisi e Catania. Anche Air One punta dritto verso Sud, decollando dallo scalo di Pisa verso Catania, Lamezia Terme e Olbia. Mezzogiorno area strategica anche per i vettori tedeschi. Air Berlin potenzia il suo network con il Brindisi-Zurigo e il Cagliari-Duesseldorf. Germanwings collegherà, invece, Napoli con Hannover e Bari con Colonia/Bonn, Stoccarda e Hannover. Ryanair presidia tutti gli scali del Sud e sceglie per l’estate di potenziare il Brindisi-Roma Ciampino. Su questo aeroporto investe anche Jet2.com, con più capacità su Leeds e Manchester.

 

Pubblicato il 23/06/2011

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