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Arrivi in calo dal Vecchio Continente

Cresce dell’8 per cento nei primi 5 mesi dell’anno il traffico turistico verso le destinazioni del Sud Pacifico.

I dati Pata parlano in termini positivi, tanto che la Pacific Travel Association si spinge a prevedere, per il breve termine, performance altrettanto positive.

Nei dati Pata (che per l’area comprendono un ampio numero di destinazioni, dall’Australia alle isole Cook, dalle Fiji a Guam, dalle Hawai a Kribati, le isole Marshall, la Nuova Caledonia, Niue e le Marianne del Nord, la Nuova Zelanda, Palau, Papua Nuova Guinea, Samoa, Tahiti, Tonga, Tuvalu e Vanuatu, si nota come le maggiori percentuali di crescita siano appannaggio delle piccole isole piuttosto che delle due grandi destinazioni che si pongono come ponte per l’intera area. L’Australia, infatti, registra un incremento del 2 per cento, la Nuova Zelanda è perfettamente stabile, mentre le isole del Pacifico presentano crescite che vanno dal +30 per cento di Samoa al +8 per cento di Tahiti.

Nel dettaglio, le Fiji, con dati aggiornati a febbraio 2012, mostrano una leggera contrazione rispetto all’anno precedente, con uno -0,7 per cento. Interessante notare il trend dei mercati: l’incremento degli arrivi riguarda i visitatori provenienti da Australia e Usa, mentre gli altri mercati, in particolare quelli europei, sono tutti in calo.

La Polinesia Francese, invece, vede l’Italia come quarto mercato a livello mondiale: da gennaio a luglio 2012 gli italiani in arrivo a Tahiti e nelle altre isole sono stati 4mila e 39 per 44mila 523 presenze.

Per quanto riguarda le isole Cook, nell’anno che va da settembre 2011 a agosto 2012 gli arrivi sono stati 117mila, e i principali Paesi di provenienza vedono in testa Nuova Zelanda e Australia, in aumento, mentre Usa, Germania e Italia sono sono stabili e la Gran Bretagna registra un decremento.

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