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Bungalow overwater

Le stanze sull’acqua, oggi quintessenza del lusso, compiono 50 anni

Si chiamano Hugh Kelley, Muk McCallum e Jay Carlisle, meglio noti come i ‘Bali Hai Boys’ e nel 1967 decidono di aprire hotel sia sull’isola di Moorea che su quella di Raiatea, in Polinesia. Ma su quest’ultima destinazione hanno un problema: mancano le spiagge di sabbia, e il successo sembra allontanarsi dal loro albergo.

Kelley cerca quindi una soluzione e ha un’idea che rivoluzionerà il turismo di Tahiti (e non solo) per i decenni a venire: suggerisce di costruire dei bungalow sull’acqua per dare agli ospiti l’accesso diretto alla laguna. Ma va oltre. In questi bungalow, costruiti come le case tradizionali, con tanto di tetto ricoperto di foglie di pandanus, Kelley ha l’intuizione di inserire quel famoso ‘tocco in più’ che farà la differenza: il pavimento di vetro.

Nel 1967 vengono costruiti, quindi, i primi tre bungalow sull’acqua al Bali Hai Hotel di Raiatea, a cui seguiranno gli overwater bungalow all’Hotel Bali Hai Moorea. Non molto tempo dopo anche l’hotel Bora Bora inizia a costruire dei bungalow nello stesso stile dei Bali Hai Boys. Oggi, queste stanze sull’acqua sono nei sogni di milioni di persone in tutto il mondo e sono considerati la quintessenza del paradiso.  

Cinquant’anni dopo la creazione dei primi esemplari, le isole di Tahiti contano oggi 884 bungalow sull’acqua in 22 hotel, distribuiti in 7 delle 118 isole polinesiane; questo tipo di struttura, inoltre, ha conquistato quasi tutte le più iconiche destinazioni balneari del mondo.

“Per molti viaggiatori in cerca della fuga perfetta nel Sud del Pacifico, soggiornare in un bungalow sull’acqua è un’esperienza da non perdere” dice Paul Sloan, ceo di Tahiti Tourisme. L’overwater, oggi, si coniuga con il lusso: non più bungalow, ma vere e proprie luxury suite e ville che offrono tutte le comodità e rappresentano, nell’immaginario collettivo, l’idea del relax up level.

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