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Myanmar, l'astro nascente

di Cristina Peroglio

Cresce a ritmi convincenti anno su anno e si sta affermando, sempre di più, come meta di fascino e di charme.

L’Estremo Oriente, secondo gli ultimi dati Pata disponibili, nei primi sei mesi dell’anno ha collezionato un +8,7 per cento negli arrivi, classificandosi come la destinazione a crescita più intensa in tutta l’area dell’Asia Pacifico. Nel complesso quadro delle destinazioni che compongono l’area, c’è un astro nascente.

Si tratta del Myanmar, l’ex Birmania, che ha iniziato, seppur con lentezza, ad aprirsi ai flussi turistici internazionali, e che nel primo semestre del 2012 ha visto gli arrivi internazionali crescere del 30 per cento, con un picco del +53 per cento nel mese di maggio. Il dato è significativo, seppur rapportato a numeri reali ancora minimi: nel 2011 il Paese ha accolto 816mila turisti stranieri, una cifra che per la maggior parte è composta da arrivi di prossimità. Escludendo questi ultimi, i numeri si riducono sensibilmente, arrivando a 391mila ingressi dall’estero: un dato minimo se paragonato ai 19,2 milioni di arrivi internazionali fatti segnare dalla Thailandia nel medesimo anno.

Eppure il Myanmar ha tutte le carte in mano per diventare una destinazione di eccellenza.

Gli assi del Paese

Il prodotto che il Myanmar offre è estremamente diversificato: si va dai templi buddisti di Bagan ai villaggi di pescatori ad Inle Lake, dalle città coloniali alla giungla. A disposizione dei clienti esiste un buon ricettivo di alto livello, sul quale si stanno concentrando gli investimenti per ampliare la capacità, mentre è evidente l’interesse verso il Paese dall’aumento dei collegamenti e dei vettori che servono la destinazione.

Su Yangoon, la capitale, volano Thai Airways, Cathay Pacific, Korean Air e All Nippon Airways, mentre Mandalay è collegata con Bangkok dal vettore low cost Air Asia.

La crescita dei flussi turistici è un dato evidente: lo Stran di Yangoon, storico albergo di lusso della capitale, nel 2011 ha registrato il 100 per cento di occupazione tutto l’anno. E, secondo un report appena realizzato da Jones Lang LaSalle Hotels, anche la capacità è in crescita: la previsione della società di servizi, infatti, è che gli hotel della capitale cresceranno del 36,7 per cento nei prossimi quattro anni. A Yangoon sono presenti attualmente 8mila camere di albergo, e secondo le stime di Jlls, solo 2.500 rispettano gli standard internazionali, mentre solo il 20 per cento fa parte di un brand internazionale. In compenso, l’Adr è cresciuto del 350 per cento fra il 2007 e il 2012, insieme a una crescita progressiva della domanda.

Le iniziative

Il Paese non sta a guardare. Entro marzo del prossimo anno è prevista la stesura di un master plan per il turismo, grazie alla collaborazione, anche finanziaria, della Norvegia, che ha investito 225mila dollari a supporto del piano.

Inoltre, è iniziato il confronto con Cambogia, Vietnam e Laos per realizzare un prodotto comune che comprenda tutte le destinazioni sul delta del Mekong.

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