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Balneare e cultura, ricetta estiva

di Stefania Galvan

Un corso di e-learning appena concluso, attività di co-advertising con i tour operator specializzati, contatti continui con il mondo della distribuzione.

La Turchia sposta l’attenzione sul trade con un obiettivo preciso: preparare la tattica per l’estate. Con l’arrivo dell’alta stagione, infatti, la priorità dell’ente è spingere il mondo del turismo ad ampliare lo sguardo ad altre tipologie di prodotto oltre a Istanbul, e il balneare è proprio ciò che la clientela italiana chiede.

Una domanda cui la Turchia sa dare una risposta più che adeguata. “La bellezza del nostro mare - sottolinea il direttore dell’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia, Enis Ugur - è stata ‘certificata’ anche quest’anno: basti pensare che la Turchia ha ottenuto ben 355 Bandiere Blu, con un incremento del 9,5 per cento rispetto al 2011, premiando così gli sforzi fatti dal governo centrale e dalle amministrazioni locali per la salvaguardia e la tutela degli oltre 8mila chilometri di costa turca”.

La promozione dell’ente riguarda sia la costa egea, sia quella mediterranea e il messaggio agli adv è chiaro: il Paese è pronto ad accogliere i turisti anche dal punto di vista delle infrastrutture e dell’ospitalità. “Il ricettivo ha fatto passi da gigante - continua il direttore -. Se, infatti, nel 2002 sul territorio c’erano solo 419 hotel a 4 e 5 stelle con licenza ‘Official Operating’, a fine 2011 risultano aumentati del 131,2 per cento, fino a un totale di 969 strutture. Anche i finanziamenti statali concessi alle Province e ai Comuni per il rinnovo delle infrastrutture turistiche sono aumentati vertiginosamente, passando dai 24,5 milioni di lire turche del 2002 ai 128,5 milioni del 2011”.

Nonostante l’attenzione al balneare, inevitabilmente il richiamo di Istanbul risuona forte anche per l’estate: “La promozione del prodotto mare non dev’essere slegata dal turismo culturale, che ha in Istanbul il suo fulcro. La città - spiega Ugur - rimane quindi protagonista della nostra strategia, dal momento che il binomio mare-cultura è per noi un plusvalore straordinario”.

Infine, per distribuire il flusso turistico su tutto il territorio e su tutto l’anno, l’ente mira anche a far conoscere destinazioni meno note; ne è un esempio l’area del Sud-Est dell’Anatolia, con le città di Mardin, Gaziantep e Sanliurfa. “Siamo convinti - conclude Ugur - di essere una parte attiva del polo di attrazione che è il Mediterraneo. Non dev’esserci competizione tra i Paesi di una stessa area, perché nel flusso turistico internazionale contano, ormai, le macroregioni. L’augurio è che i turisti possano viaggiare in tutto il Mediterraneo e conoscere ogni Paese che compone questo straordinario puzzle”.

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