Quante sono le città con il bollino rosso oggi? In quante località ci sono 36 gradi ma ne percepiamo 40 se non 41? Chi di voi è riuscito a dormire questa notte senza inzuppare il cuscino, bere litri d'acqua, abbracciarsi a un paio di panetti di ghiacchio?
È l'Italia della bolla africana in attesa degli agognati temporali destinati a fare abbassare un po' le temperature e l'afa.
Ma c'è un'altra Italia, sebbene porti gli stessi nomi corredati da un nomignolo in più: Torino (Caselle), Bergamo (Orio al Serio), Bologna (Marconi), Roma (Ciampino) e via dicendo. Si sa che gli aeroporti sono dislocati rispetto al centro città, ma pare che questa breve distanza riesca a fare miracoli sul clima e sull'afa.
Non può essere diversamente vedendo aggirarsi per tutti gli aeroporti giovani e meno giovani bardati di tutto punto neanche stessero per partire per un'escursione in montagna: abbigliamento a strati, giacca intorno alla vita e chissà cos'altro nascondono sotto la parte visibile.
Accanto a loro coetanei in canotta e shorts che sventagliano riviste acquistate e non lette, asciugano il sudore dalla fronte e sorseggiano una bibita fresca in attesa del volo, comodamente seduti.
I primi invece si affannano anche e ormai sono vicino allo stremo. Inutile negarlo, fa caldo, eppure si agitano sotto i loro strati di abbigliamento: misurano trolley, pesano i bagagli, prendono, mettono, tolgono cose dalle valigie. Imprecano. Finché arriva la chiamata del volo e sui loro volti sale la tensione e il terrore. Troppo grande, si paga. Troppo pesante, si paga. Carta d'identità in scadenza, non possiamo farla partire. Documento inadatto.
Succede anche questo in questa torrida estate dell'era del low cost.