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Il sole di Svevia

Salvatore Miano, Agenzia Mianotour, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina
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Cinque pietre fanno una cattedrale, a volte

Durante lultimo viaggio di gruppo in Irlanda, dopo la visita al sito megalitico di Carrowmore nella contea di Sligo, a Nord, ho avvertito nei miei clienti un certo senso di delusione e di insoddisfazione, legittima, per carità, ma che meritava un approfondimento.

Nel verde smeraldo di una collina, con altre dolci colline sullo sfondo, quasi tutte sormontate da un tumulo megalitico, si trovano alcune sepolture comuni realizzate da cinque pietre in forma eretta e una a guisa di tetto, sembrando mini cappelle con un corridoio centrale, le tombe a corridoio appunto, e sulla cima della collina un tumulo 'ricostruito' di recente, che però attornia una tomba a corridoio, più grande, perfettamente allineata con i punti cardinali in maniera tale che il sole che sorge all’inizio e alla fine dell’inverno descriva con i suoi raggi un angolo retto al centro della tomba.

Una preparatissima guida locale racconta, in inglese, ai visitatori la storia dei tumuli, l’aura di magico, e forse di superstizione, che li circonda e i lavori di scavo e di ricerca fatti fino ad ora.

Nascono tre punti di riflessione.
1) La guida non ha mai usato, nel descrivere il sito, le parole “gli antichi”, “i celti” o “le popolazioni locali”, ma ha parlato sempre de “i nostri antenati”, sottolineando quella forte, e radicata, vitalità della cultura antica Irlandese, mai morta, neanche dopo la conversione del popolarissimo San Patrizio e dei domini e delle storture della chiesa Cattolica locale di tutti i tempi, e quello scambio vivo tra natura e vita quotidiana il cui flusso scorre attraverso le generazioni passate.

2) A un italiano, abituato all’arte e alle testimonianze antiche esistenti nel nostro paese, cinque pietre messe insieme in un prato verde, sembrano assolutamente insignificanti e inutili da visitare, ma viste nel loro contesto di preziosità e soprattutto di valorizzazione che gli irlandesi ne sanno fare, meritano un encomio solenne.

3) Perché, e questa è la riflessione più profonda, un popolo che ci assomiglia come disponibilità, accoglienza, gioia di vivere, e storia di miseria ed emigrazione, riesce a rendere così vivace l’attaccamento alle tradizioni, alla propria cultura e a rendere “cattedrali da visitare” cinque pietre messe insieme, e noi, che grazie a Dio e alla storia abbiamo molto, ma molto di più, riusciamo solo a spremere fino all’ultima goccia del sangue versato dai nostri antenati per metterle insieme quelle pietre che formano le nostre splendide cattedrali, i nostri siti romani, greci, megalitici, senza invece valorizzarli, farli diventare oro profumato, energia rinnovabile, fonte di ricchezza per le generazioni future nostre e del resto dell’umanità?

Sarà mica perché la parola cultura non fa parte della nostra cultura? E la nostra intelligenza collettiva è così poco… intelligente?

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