Ultimo aggiornamento alle 11:41

Il sole di Svevia

Salvatore Miano, Agenzia Mianotour, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina
|

Non chiudete l'Enit, ridategli smalto

“S’i fossi foco ardarei il mondo” cantava Cecco Angiolieri, con ironia e sarcasmo. Ma non è di quel fuoco che sto parlando.

In clima di “spending review” si accavallano voci di soppressione di un ente, che, diciamocelo, lascia sempre tutti scontenti.

Chi fa incoming non lo vede funzionare come dovrebbe, chi fa outgoing si sente assolutamente come cenerentola escluso dalle pubbliche attenzioni. Il contribuente lo vede solo come l’ennesima fonte di sprechi e clientele.  

Mettiamola così, dal mio punto di vista è tutto relativamente vero. Se poi hai modo di frequentare TTG, WTM, BIT, ITB, MITT e BMT, che non sono sigle di nuove molecole sintetiche, ti rendi conto di quanto smalto questo ente abbia perso nel rappresentare l’Italia degnamente nel mercato turistico mondiale, che non dimentichiamocelo con il suo miliardo di utenti (turisti che viaggiano secondo l’annual report 2012 del UNWTO) rappresenta una delle prime industrie mondiali.

Fare un giro nei padiglioni dei prima menzionati saloni mondiali del turismo è sempre un clichè, partire dalla “sobria eleganza” dello stand dell’Italia con tutte le regioni a fare da corollario, passando per i colorati, briosi, gioiosi stand delle altre nazioni, è drammaticamente triste.

Se passi davanti allo stand della Colombia, ti può capitare di essere “abbordato” da una hostess che ti chiede di cliccare “mi piace” sulla pagina dell’ente del turismo colombiano, in cambio di un caffè, buono tra l’altro, che ti offrono loro, e, da allora in poi, non puoi fare a meno di vederti su facebook le proposte del paese sud americano.

Passi dallo stand di Creta, interessato o no, tra pezzi di feta, e bicchieri di vino rosso, una bella chiacchierata e lo scambio bigliettini ci sta.

Non parliamo del gioioso marocchino con fez che con un movimento rotatorio del capo fa volteggiare a mo di elica un pendaglio, e ride, trasmette gioia, e quelli del Ghana?!? Sono pieni di soldi quelli del Ghana? No! Ma una banda di paciocchi giovanotti con i costumi colorati, a ritmo di suoni tribali fa venire voglia di scappare e andarci in quell’africa nera, così attraente.

I suoni di Cuba, e poi l’ambientazione del “peggiori bar di Caracas”, dove il Mojito te lo compri, ma ti fa pure piacere fare un quarto d’ora di fila per un prodotto “finto-originale”.

No, in Italia no, noi siamo sobri, eleganti, e non possiamo spendere tanti soldi perché c’è crisi.

Dategli fuoco a quel carrozzone, ma non per distruggerlo, ridategli il fuoco della passione, dell’ospitalità, del piacere di essere italiani e di accettare e di invogliare i visitatori, gli ospiti (odio la parola turisti, sa di polli da spennare). Riaccendetelo di ardore, di creatività, di quella genialità che con Leonardo e Michelangelo, e Colombo, e Vespucci, ha fatto grande il nostro paese.

Se non ci riuscite con cose originali, copiate, non vergognatevi, ma fate qualcosa, più che risparmiare, cercate di essere efficaci nell’investimento di una sana promozione del nostro paese che ancora, a parere mio, merita.

Leggi anche: Enit
/* */

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA


I blog di TTG Italia non rappresentano una testata giornalistica poiché sono aggiornati senza alcuna periodicità. Non possono pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. Le opinioni ivi espresse sono sotto la responsabilità dei rispettivi autori

Torna su
Chiudi