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Uvet: "Il comparto è in ripresa"

di Aurora Azzolini

Segnali di ripresa per l'economia arrivano dalla crescita dei viaggi d'affari, che nei primi nove mesi dell'anno sono aumentati del 7 per cento per numero di trasferte e del 6 per cento per volumi di spesa. Un dato rilevante, che emerge dal Business Travel Survey di Uvet Amex, società del gruppo Uvet che fattura 1,6 miliardi di euro e una quota di mercato del 15 per cento in Italia.

 

Secondo i dati della ricerca, presentati a BizTravelForum, il costo medio delle trasferte si è attestato a 242 euro: il 69,8 per cento delle spese è assorbito dai voli, il 19,2 per cento dagli hotel, mentre il 10,4 per cento comprende spese per autonoleggio, biglietti ferroviari e altri servizi. "Il terzo trimestre 2010 conferma il trend positivo per il settore viaggi e trasporti - ha sottolineato Luca Patanè, presidente Gruppo Uvet -. Siamo ancora lontani dai livelli precrisi, ma i dati evidenziano un recupero dell'11 per cento sul terzo trimestre 2009. I viaggi d'affari si stanno riconfermando tra gli indicatori più attendibili dell'economia". Il risiko delle destinazioni d'affari vede Roma in testa tra le scelte di viaggio in Italia.

 

La Capitale, infatti, si aggiudica uno share del 47,5 per cento, guadagnando lo 0,9 per cento rispetto all'analogo periodo dello scorso anno. Al secondo posto della graduatoria si posiziona Milano che, tuttavia, rispetto al 2009 perde terreno a causa di una perdita del 2,4 per cento. Crescita accentuata per Catania che, nei primi nove mesi di quest'anno, ha ospitato più viaggiatori d'affari rispetto al 2009, passando a una quota di mercato del 5,6 per cento da quella del 4,3 relativa allo scorso anno.

 

In Europa aumentano soprattutto i viaggi verso Londra, con una quota del 7,8 per cento (6,9 nel 2009), ma è Parigi, con il 10,5 per cento del totale (mezzo punto percentuale in più sul 2009) la più frequentata. Più trasferte di lavoro anche a Bruxelles, con una quota del 6 per cento (5,6 nel 2009), e Madrid, con il 4,5 per cento (4,2 nel 2009). A livello intercontinentale, secondo il Business Travel Survey, New York è stata la meta d'affari più ambita e più in crescita nei primi nove mesi di quest'anno: 2 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2009.

 

New York la più cara

 

Gli alberghi più costosi del mondo sono quelli di New York. Hanno un prezzo medio a camera di 237 euro per notte. Lo evidenzia il Business Travel Survey Uvet Amex. Nel nostro Paese, invece, Venezia ha superato Milano, con 145 euro a notte, in aumento del 7,4 per cento rispetto allo stesso trimestre 2009, mentre a Milano i prezzi sono rimasti praticamente stabili. Al terzo posto c'è Firenze con 127 euro a notte, dove si sono registrati incrementi dell'11,4 per cento sullo stesso periodo dello scorso anno. Stabile, con una media di 120 euro a pernottamento, Roma.

 

Anche a Bari e Catania gli alberghi risultano più cari dell'anno scorso, rispettivamente con 111 e 107 auro a notte. In controtendenza Palermo e Torino, uniche città italiane dove i prezzi sono scesi: rispettivamente del 19,8 e dell'11,6 per cento. Per pernottare nel capoluogo piemontese si spendono, in media, 99 euro a notte (112 euro lo scorso anno). Un pernottamento nel capoluogo siciliano costa mediamente 81 euro. "Da fine 2008 a fine 2009 - ha commentato Luca Patanè, presidente Uvet - c'è stato un progressivo abbassamento delle tariffe degli hotel. Nel budget spese per le trasferte la voce hôtellerie rappresenta il 19,2 per cento del totale".

 

L'Europa attende la rinascita

 

Ripresa dei viaggi d'affari a velocità variabile da Paese a Paese, e con l'Italia a corto di prospettive ottimistiche nel business travel. Lo dice il Travel Management Study di AirPlus evidenziando una ripresa economica disomogenea. Secondo la ricerca, infatti, solamente il 27 per cento dei travel manager europei sarebbe fiducioso rispetto a una vera ripresa del comparto.

 

Decisamente più ottimisti, invece, i nordamericani: il 49 per cento dei travel manager interpellati, infatti, prevede un incremento del volume dei viaggi d'affari aziendali. Dallo studio emerge un consolidamento delle politiche di controllo della spesa, rafforzate durante la recessione.

 

Ben il 77 per cento dei travel manager prevede di mantenere le policy rigorose introdotte negli ultimi due anni; 3 aziende su 4 optano per la gestione centralizzata dei programmi di viaggio, cui riconoscono benefici su costi diretti e indiretti. La ripresa riguarderebbe, soprattutto, i viaggi in aereo, che rappresentano, secondo AirPlus, il 47 per cento del budget complessivo destinato alle trasferte di lavoro. In crescita anche le tariffe alberghiere negoziate; tuttavia quest'anno i travel manager non hanno ottenuto ulteriori sconti dai fornitori di servizi di ogni settore.

 

Pubblicato il 15/11/2010

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