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L'indicatore economico: il modello Uvet Travel Index

Sono il segnale che anticipa l’andamento dell’attività produttiva. I viaggi d’affari, utilizzati dalle imprese per cercare nuovi clienti e condurre il proprio business, sono direttamente correlati ai valori del Prodotto interno lordo generato nel Paese di riferimento e sono quindi un indicatore prezioso per prevedere il ciclo economico dei mesi e dell’anno a venire. Lo dimostra l’Uvet Travel Index, il modello statistico sviluppato dal Gruppo Uvet con il supporto scientifico di The European House-Ambrosetti, confrontando una serie storica di dati dei viaggi d’affari e del Pil dal 2006 a oggi, e rilevando che le dinamiche del business travel rispecchiano al 94 per cento l’andamento dell'economia. Il dato previsionale sul 2014 secondo l’Uvet Travel Index prevede, quindi, un incremento del Pil italiano dell’1 per cento.
L’analisi dei dati relativi ai viaggi d’affari delle aziende italiane, che Uvet monitora periodicamente con la Business Travel Survey, rileva che negli ultimi 8 anni i prezzi dei trasporti sono aumentati del 32 per cento, ma che nel comparto del bt, pur aumentando il numero dei viaggi, si è registrata una flessione dei costi del 29 per cento. I costi delle trasferte di lavoro si sono ridotti in virtù di 2 fattori: da una parte, la liberalizzazione del mercato con l’ingresso dei vettori low cost e dell’alta velocità ferroviaria, dall’altra la gestione professionale delle travel management company, che riescono a proporre alle aziende le soluzioni più convenienti. “Grazie a questa dinamica - commenta Luca Patanè, presidente di Uvet - in questi 8 anni sono state liberate risorse pari a quasi 5 miliardi di euro: le aziende hanno quindi risparmiato e ciò conferma che il comparto dei viaggi d’affari produce competitività economica”.

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