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Nel segno del risparmio

di Domenico Palladino

Una rivoluzione per il business travel. Il dominio dell'austerity sta cambiando decisamente le scelte di chi ha il difficile compito di gestire i viaggi di lavoro fuori sede. La parola d'ordine dei travel manager è 'risparmio', e il mondo del bt cambia modo di viaggiare. Un mutamento dettato prima di tutto dall'aspra concorrenza tra le compagnie aeree, che ha scatenato una corsa al ribasso delle tariffe. "La riduzione e il controllo sulle spese legate ai viaggi d'affari continuano a essere la principale priorità individuata dai travel manager" osserva AirPlus International nella quarta edizione del Travel Management Study, indagine che studia il business travel in Italia e nel mondo.

Secondo i risultati dell'indagine, gli intervistati hanno attribuito al contenimento dei costi un valore medio di 1,6 su una scala decrescnte da 1 a 5 (lo scorso anno 1,8); al secondo posto l'assistenza e la soddisfazione del viaggiatore. Riguardo alle policy, AirPlus mette in evidenza un ritardo: il 28 per cento delle aziende non avrebbe, infatti, ancora approvato direttive per regolamentare gli aspetti legati ai viaggi di lavoro.

"In una fase congiunturale difficile è importante - consiglia Diane Laschet, a.d. di AirPlus Italy - analizzare a 360 gradi le spese per il bt identificando tutte le possibili fonti di risparmio, implementando travel policy più rigide e tenendo sotto costante controllo le spese di viaggio attraverso l'utilizzo di strumenti ad hoc".

Lente d'ingrandimento sul settore anche per Carlson Wagonlit Travel, che mette sul piatto della bilancia le spese alberghiere. "Rappresentano in media quasi il 40 per cento del budget complessivo di viaggio, ma sono spesso sottostimate e ancora poco 'governate' in molte aziende" affermano i risultati dell'ultimo studio condotto dal Cwt Travel Management Institute.

Secondo Christophe Renard, vice president business intelligence, la complessità del mercato alberghiero rende difficile l'ottimizzazione di quest'area di spesa: "Nel mondo - afferma - vi sono oltre 250mila catene e strutture indipendenti che si rivolgono ai viaggiatori d'affari. Il pricing è complesso e può variare in modo significativo in funzione del giorno della settimana, della stagione, delle condizioni di mercato. E come se non bastasse, ci sono troppi canali di distribuzione e gli standard per definire il livello qualitativo dell'offerta sono differenti da un Paese all'altro".     

 

 

Ultimo aggiornamento: 05/10/2009

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