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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Piccolo non è così bello, ma neanche (troppo) grande

Lavorare in agenzia significa spesso essere da soli in ufficio. Non perché si faccia tutto per conto proprio, ma perché il capo o il collega, il socio o il collaboratore sono in banca, a trattare con un cliente, a visitare un fornitore, o semplicemente in vacanza o in malattia.

L’agenzia di viaggi è sempre più una SBU, cioè una Small Business Unit, dove si lavora tanto e si è in pochi, molti meno di quanti erano occupati nelle belle agenzie del centro di tanti anni fa: 5 vetrine, doppia esposizione, il front-office nettamente separato dal back-office e l’ufficio del titolare con poltrona in pelle e scrivania presidenziale.

Bei tempi, finiti per i motivi che tutti sappiamo.

Ma se piccolo non è così bello, il grande non se la cava meglio. Per “grande” intendesi il veramente grande, ovvero aziende strutturate, capitali importanti, svariate sedi, personale che supera le centinaia di unità e fatturati da centinaia di milioni.

Due soli esempi recenti: Alpitour e Meridiana fly-Air Italy. Entrambe con prestigiose storie alle spalle, entrambe leader del proprio livello di filiera, entrambe alle prese con impegnativi piani di ristrutturazione. Entrambe - e la coincidenza non è casuale - guidate da nuovi amministratori delegati, ovvero top manager di vaglia, chiamati dalle proprietà a rimettere in piedi i conti e a tracciare le linee guida di un futuro tutto da disegnare.

Il comandante Giuseppe Gentile di Meridiana e l’a.d. Gabriele Burgio di Alpitour il mestiere lo conoscono bene, e a frasi come “Supereremo questa fase difficile e presto riprenderemo a crescere” (copyright Burgio, ma Gentile potrebbe dire la stessa cosa) non si può non rispondere con un forte incoraggiamento.

Ci permettiamo di aggiungere una sola esortazione: abbiano a cuore il marchio che rappresentano, perché Alpitour e Meridiana (ovvero la ex Alisarda) hanno veramente fatto la storia del turismo in Italia. Meritano cura e rispetto, come un grande sportivo onusto di gloria che ha ancora chanche di mietere successi. Speriamo soltanto che sia Ibrahimovic, e non Schumacher...

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