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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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L’Italia sparisce dai cataloghi dei t.o. Per sempre?

Vabbè, c’è la crisi, lo sappiamo. Vabbè, la gente ha meno soldi e quindi anziché andare in vacanza riapre le seconde case. Vabbè, quest’estate l’Egitto e la Tunisia hanno ripreso quota e la Spagna è andata bene. Ma perché l’Italia non si vende più? Perché operatori storici come Polycastrum Viaggi o Bini hanno gettato la spugna? E perché altri (tipo Aviomar, come dichiara la proprietà con insolita - nel settore - sincerità) continuano a perdere colpi?

Semplice, perché c’è il web. Perché il cliente si è fatto furbo e sa che trova di tutto/di più su Booking.com o su Expedia o su Kayak, paga con carta di credito e il pacchetto se lo assembla da solo. Perché i t.o. ci hanno campato per anni, su quote base minime, che poi venivano adeguatamente rimpolpate da tasse d’iscrizione, tessera club, supplemento alta stagione / camera con vista / pupo al miniclub, ma soprattutto dal mai abbastanza odiato e deprecato supplemento carburante. Che gioia per gli agenti (altro che gli sgravi fiscali...) se facesse la fine del fax: vecchio, inutile, superato.

Di carburante soffrono anche le compagnie charter, e poi chi oserà più lanciare una catena su Catania o Cagliari, la prossima estate?! Un po’ il flop di Windjet, un po’ la disponibilità di voli low cost, anche la Sicilia e la Sardegna subiranno il destino delle capitali europee. Prima si stanzia il budget (100 euro sono spesso sufficienti), poi si cerca il volo, dopo - con calma - si trova l’hotel. Anzi, si aspetta proprio l’ultimo giorno, così su Booking.com si approfitta dell’Offerta Intelligente (!) e si paga ancora meno. È implicito che se tu cliente l’hotel l’hai prenotato un mese prima, magari su un catalogo, tanto intelligente non sei.

Conclusione, a chi stamperà cataloghi Mare Italia, nell’estate 2013, dovrebbe essere dato un contributo del Fai, come bene minacciato dall’estinzione. E destinato a fare la fine del fax.

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