La crisi colpisce tutti: compagnie aeree e fornitori di servizi, network e agenzie. Ma l'anello debole della catena, negli ultimi tempi, sembrano essere i tour operator.
Quando la ruota gira, non ce n'è per nessuno: marchi gloriosi, imprese che hanno decenni di storia alle spalle o rinomati per staff professionali ed esperti.
L'elenco dei t.o. usciti di scena, solo negli ultimi anni, è impressionante: Eurotravel, Teorema Tour, Todomondo, Viaggi del Ventaglio, Columbus, Alian Tour, Falcon Travel, Agamare, Suntur, Maxitraveland, Cobaltour, Rallo Travel 1 e 2, Diffusione Viaggi, Morabeza, Libarna T.O., Sprintours 1, Viloratour.
Qualcuno, indicato con i numeri 1 o 2, ha tentato di risollevarsi, con alterne fortune. Qualcuno ci è sicuramente sfuggito. Qualcun altro (Viloratour, Suntur, Agamare) era un operatore storico – a gestione familiare e di qualità – che non ha retto all'impatto di Internet, all'assalto dei network, alle varie crisi politico-finanziarie.
In molti casi si tratta di default silenziosi, lontani dall'impatto mediatico di una Ventaglio o di una Eurotravel, ma devastanti per la categoria: perché il fatturato perduto non è recuperato da altri, perché rimangono a casa risorse umane preziose, perché quando sparisce un marchio del quale un agente si è fidato, per anni, è una perdita per tutti. Clienti compresi.
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