Ultimo aggiornamento alle 11:44

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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Il turismo esplode, tutti festeggiano. Ma nessuno si ricorda come stavamo a luglio 2020

Quando le cose vanno bene, nessuno ripensa a quando andavano male. È normale, è umano ed è pure una caratteristica peculiare del nostro settore, che non ha memoria.
Oggi il turismo è in piena ripresa, l’Italia fa boom e pure l’outgoing è ripartito. Siamo tutti contenti e speriamo duri.

Però, esattamente tre anni fa, a luglio 2020, scrivevo “Perché ci vorranno mesi (o anni) per tornare a viaggiare come prima”: eravamo in piena pandemia, i vaccini erano di là da venire e io ammettevo sconsolato: “Chissà quando tornerà tutto come prima...”.

Invece no, ed ecco tre motivi per essere ancora più contenti.

1. Mascherine, pugnetti e distanziamento: tutto dimenticato. Ma ve la ricordate la (trash?) Barbara D’Urso che a Pomeriggio 5 (era il 20 aprile 2020) mandava in diretta un elicottero della Guardia di Finanza che inseguiva un malvagio trasgressore del lock-down, che passeggiava sulla spiaggia di Venezia?! E le mascherine appese allo specchietto retrovisore dell’auto, come memento mori?  E lo sguardo terrorizzato di chi si vedeva offrire una mano da stringere, anziché gomito o pugnetto? Sembra roba di un secolo fa, sono tre anni.

2. Zoom, Teams & C.: perché non ci mancano i webinar. “Ho partecipato a dieci webinar in tre giorni “ scrivevo allucinato ad aprile 2020 e mi permettevo anche di dare sagaci consigli per “fare un buon webinar”. “Mi sentite? No, ma ti vediamo, hai il microfono spento, accendilo! Ora ci provo... Ma no, hai acceso il microfono ma hai spento la web cam, ora non ti vediamo più!” “C’è Mario? Ora arriva, cominciamo lo stesso? Ma no, dai, come facciamo senza Mario?! Vabbè, aspettiamo, ma di cosa parliamo nel frattempo? Senti, spiega un po’ come hai fatto il pane in casa, ieri sera, che pare utile...” “Ma lo sapete che XY, quando siamo in call, mette giacca e camicia, ma sotto è in mutande?! Embè, che problema c’è? Io sto pure in ciabatte...”. Che quel tempo, e quelle tristi finestrine sullo schermo del PC, non torni più.

3. Viaggiare è più forte di pandemie e guerre. È una parola difficile, ma almeno evito di scrivere “resilienza”: ovvero il termine più abusato al mondo. “Mitridatizzazione” significa “immunizzazione conseguita mediante assuefazione a sostanze tossiche”: fa riferimento all’abitudine di Mitridate - re del Ponto e avversario di Roma, vissuto nel primo secolo avanti Cristo - di assumere piccole dosi di veleno, in modo da diventare immune all’avvelenamento. La nostra “mitridatizzazione” è iniziata con la prima guerra del Golfo, nel 1991, è proseguita con l’11 settembre e lo tsunami, ed evito di proseguire l’elenco di disgrazie globali. Ecco, il turismo è come Mitridate. Concetto riassunto da una colorita espressione romanesca: “Aho, ma ormai chi ci ammazza, a noi?!”.

Per apprezzare meglio il presente, conviene ricordarsi com’era brutto il passato. Solo tre estati fa.

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