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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Veratour, in 29 anni da 0 a 224 milioni, da Viajes Ecuador a “lovemark”

Nel ranking dei tour operator italiani al secondo posto, crocieristi e Alpitour a parte, si colloca Veratour. Un’azienda familiare, basata a Roma, con il fondatore ancora saldamente in sella, i due figli e un solo manager esterno a completare il ponte di comando.

Come ha fatto un tour operator nato dal nulla (Viajes Ecuador faceva solo incoming) a diventare la prima alternativa ad Alpitutto? Merito in buona parte di Carlo Pompili, ovvero lo  Special One di questo gustoso ritratto, che quando nel 1990 fondò Veratour, lasciò perdere l’incoming e si mise a fare il generalista.

In platea, insieme alle 140 agenzie accolte al Kelibia per la convention VeraStore, il “come ha fatto” appare abbastanza chiaro e intellegibile. Per tre motivi essenziali:

1) i Pompili conoscono il mestiere: vendere villaggi è cosa complicata, molto più di quello che la gente pensa; non sarà un caso che chi ha provato a farlo senza adeguato back-ground (un esempio per tutti, la Valtur di Investindustrial) ha preso – come si dice a Roma – delle gran tranvate. I Veraclub sono nati nel 1996, da allora Veratour fa quello, solo quello e poco altro (al generalista tocca non più del 10% del fatturato 2019): sotto alcuni aspetti è un limite (quante opportunità di crescita non sono state sfruttate?), ma 29 bilanci in utile non arrivano a caso;

2) le agenzie sono l’unico canale di vendita: “Ringrazio Veratour per l’attenzione e il rispetto che da sempre mostra nei confronti delle agenzie di viaggi; cosa non scontata, considerando le tante promesse del tour operating italiano…” afferma dal palco un agente VeraStore. Applausi. In due parole, un colpo al cerchio (la monocanalità di Veratour) e uno alla botte (la multicanalità – spesso mascherata – di altri);

3) Veraclub è il top dei villaggi e Veratour è diventato un “lovemark”: da quando VentaClub è sparito (piccola nota di rammarico per lo scrivente: nel 1996 ero in Ventaglio, il catalogo VentaClub contava una ventina di villaggi e quell’anno nasceva il primo catalogo Veraclub), dicevo, da quando VentaClub è sparito, Club Vacanze pure, TH Resorts e Bluserena cercano un loro spazio, Club Med ha scelto altri mercati e Valtur affronta oggi la prima estate targata Nicolaus, il “villaggio italiano” per antonomasia è diventato Veraclub. Si definisce “lovemark” il brand che genera una fidelizzazione che va oltre ogni ragione oggettiva e che si trasforma in una sorta di “amore” da parte del consumatore. Coca Cola, Starbucks, Apple sono “lovemark”. Chapeau alla famiglia Pompili. Che ci è riuscita tanto per meriti propri, e un po’ per come è andata la storia del tour operating italiano degli ultimi vent’anni.

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