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Oltre l'Egitto classico:
così il Paese si ripensa

di Alessia Noto

“Siamo una destinazione sicura, in cui viaggiare tutto l’anno”. Si concede questa premessa il ministro del Turismo dell’Egitto, Ahmed Issa, prima di illustrare alla stampa internazionale accorsa all’Itb di Berlino il percorso di innovazione intrapreso dal Paese sul piano dell’offerta turistica.

In un periodo segnato dalle tensioni in corso nel Medio Oriente e nel Mar Rosso, l’Egitto guarda al futuro puntando a tagliare  il traguardo dei 30 milioni di visitatori entro il 2028 ripensando la sua mappa turistica e votandosi alla qualità e alla sostenibilità. Obiettivi che intende perseguire concentrando poderosi investimenti sulla creazione di alternative inedite che possano affiancarsi ai circuiti classici, di successo ma ormai saturi.

“Vogliamo portare un turismo di qualità nel nostro Paese – ha spiegato Issa -, portando le destinazioni a un altro livello e rinnovando la nostra offerta”.
Punto di partenza un piano strategico che negli ultimi anni ha visto il Governo impegnato su più fronti: a partire da quello normativo, con l’introduzione di leggi volte a limitare le emissioni nell’industria dei viaggi e a regolamentare la filiera ricettiva, per poi passare alle infrastrutture. “Stiamo investendo 22% del nostro Pil sulle infrastrutture per rendere migliore l’esperienza di viaggio”.  

Copiosi gli investimenti sui collegamenti stradali - come quello tra Hurghada e Luxor, che permetterà di percorrere la tratta in auto non più in 5, ma in 4 ore – e sulla rete ferroviaria, con una grande novità in arrivo: “Tra l’ultimo trimestre del 2025 e il primo del 2026 i treni ad Alta velocità collegheranno le due città in sole 2 ore 30 minuti”, ha annunciato il ministro.

C’è poi il tema dei collegamenti. “Abbiamo lavorato per avere più posti e solo nel 2023 questi sono aumentati del 35%”. Per poi arrivare all’offerta ricettiva, che entro i prossimi cinque anni raddoppierà, passando da 30mila a 60mila camere. Parte di queste andranno a potenziare la capacità ricettiva nell’area di Luxor e delle piramidi, anche grazie a un percorso di incentivi, cashback e deregolamentazione con cui il Governo sta favorendo gli investimenti privati nell’area. Un’operazione accolta con favore anche da big name dell’hotellerie.

Da queste basi è poi partito un deciso lavoro per ripensare la mappa turistica del Paese, per proporre soprattutto al bacino europeo alternative al cosiddetto ‘Egitto classico’ e al mare di Marsa Alam e Sharm el Sheik. Un’idea su tutte quella di rilanciare la Capitale aprendola agli short break. “Vogliamo proporre Il Cairo come meta ideale per i long week end e gli short break”, ha dichiarato Issa.

Non si mette da parte però la storia e la cultura che hanno reso grande la destinazione Egitto. “Stiamo lavorando al revamping dell’area delle piramidi di Giza e per il 30 marzo sono previsti gli ultimi lavori per il Grande Museo Egizio, anche se non penso che riusciremo ad avere il via libera per l’apertura in tempi brevi. Il Governo sta costruendo una metro e sarà realizzata una stazione.  Per questo ci vorranno ancora dei mesi per il debutto e abbiamo bisogno di hotel, ma gruppi come Four Seasons hanno già puntato il mirino sul museo”.

Intanto il ministro guarda con fiducia ai mesi a venire, mostrando riconoscenza verso il mercato, che non ha abbandonato la destinazione: “I tour operator e le compagnie aree ci sono stati vicini. I t.o. hanno continuato a investire sull’Egitto e abbiamo visto la resilienza della domanda”.

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