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Lusso, assalto a Roma: la capitale regina degli opening

di Cristina Peroglio

La pandemia ha imposto un brusco stop ai viaggi di tutti i tipi e di tutti i livelli, ma non ha fermato la progettazione per il futuro, soprattutto da parte dei grandi gruppi alberghieri internazionali, che sembrano aver colto il momento per mettere in campo una serie di novità da tenere pronte al segnale del ‘via’.

Paradossalmente, o quasi, i nuovi investimenti dell’hotellerie in Italia si stanno concentrando in una delle destinazioni che ha sofferto e sta soffrendo di più del calo di turisti dovuto all’epidemia di Covid, ossia Roma.

Se si osserva con un minimo di attenzione, infatti, dalla primavera inoltrata in poi, sono previste nella Capitale una serie di aperture alberghiere tutte legate al segmento luxury o quanto meno a quello upper level che fanno pensare a previsioni di rimbalzo fortissime per il turismo in Italia da parte dei gruppi leader nell’hotellerie.

Le aperture
È previsto in apertura il W Hotel (gruppo Marriott) nei pressi di piazza di Spagna; il 10 maggio si terrà l’opening del The Hoxton, la prima struttura in Italia del brand inglese Ennismore, il largo Benedetto Marcello, mentre per l’estate è previsto il debutto di Soho House, la celebre catena di hotel di lusso nata a Londra nei primi anni ’90, che sbarca nel quartiere di San Lorenzo.

E ancora, a luglio arriva il Mama Shelter che promuove l’affordable luxury, segmento obiettivo anche di citizenM, che debutterà probabilmente nel 2022 sull’isola Tiberina con docce emozionali e camere ipertecnologiche. Sempre nel 2022 è previsto anche l’arrivo di Six Senses (gruppo Ihg) in zona Trevi.

Ma non è finita: arrivano anche il Jo & Joe (gruppo Accor), che nel 2023 riaprirà anche, sotto il nuovissimo brand Orient Express, il famosissimo Hotel Minerve in piazza della Minerva; lo spagnolo Room Mate, sempre sul segmento Millennials; il Moxy Rome al Parco de’ Medici.

La pioggia di nuove aperture non termina qui. Sono attesi anche il Rosewood in via Veneto, nella ex sede della Bnl; il Bulgari Hotel in piazza Augusto Imperatore; un nuovo Hilton all’Eur e il primo Double Tree a Monti, sempre del gruppo Hilton e l’Edition Hotel di Marriott in via Veneto.

Adeguarsi ai desideri
Vero è che alcune di queste sono slittate dal 2020 a oggi, causa pandemia, ma la concentrazione è davvero significativa e se da un lato apre alla speranza di un futuro molto roseo per il turismo italiano, dall’altro rischia di mettere in crisi tutta l’hotellerie indipendente che è colonna portante dell’ospitalità romana e tricolore.

Che deve adeguarsi ai nuovi desideri dei clienti post covid: da un medico sempre raggiungibile a camere più grandi con bagni più grandi; da spazi dedicati al cibo sempre aperti e meno formali alle camere che si possano gestire con l’iphone.

E deve farlo in fretta.

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