Tra un mese e mezzo comunquemente si andrà a votare.
Tanta roba, direte voi e invece io non ne sono affatto convinto.
A leggere i giornali, guardare le tv ed ascoltare la radio il panorama è desolante. Proclami, giochi delle parti, scambi di coltellate o di favori.
Navigare sul web è ancora peggio. In mancanza dei protagonisti (i politici nostrani, generalmente, non padroneggiano il mezzo, è risaputo) lo spazio viene lasciato alla ggente, al qualunquismo più becero e ignorante, alla superficialità elevata a scienza.
La scusa della partecipazione fa miseramente da paravento all’ego sfrenato di blogger e di scrivani tecnologicamente evoluti. Ma dietro è vuoto catodico.
Personalmente aspetto i programmi, i progetti, l’elenco delle azioni e dei tempi. Intanto mi devo accontentare di liste di candidati.
E vogliamo parlare del rapporto tra turismo e politica? Se le forze politiche non sanno cosa fare sui temi della sanità, del lavoro, della scuola, figurarsi se hanno tempo da dedicare al turismo.
Leggo solo qualche improbabile volantino ricco di strafalcioni e di maldestri copia e incolla. Poca robba e me la faccio bastare.
Ma pensate agli ultimi dieci anni, oppure venti, o se siete in grado trent’anni. Chiudete gli occhi e concentratevi sui ministri, sui programmi sulle azioni di governo che hanno segnato il nostro amato settore.
Nulla vero? Bene, riprovateci la sera del 23 febbraio e poimente il giorno dopo andate serenamente al voto.