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Paolo Audino, Direttore Business Internazionale di IEG
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E io rivoglio Colpo Grosso

La politica non mi ha mai affascinato. Forse per via del fatto che venga considerato normale che lei vada da una parte e l’etica dall’altra. Noi cartesiani siamo fatti così.

Il ritorno di Silvio Berlusconi non mi stupisce, non mi interessa  e non ne discuto i tempi, i metodi, il significato. È un ritorno e come tale lo prendo. Sono curiose le reazioni, che meriterebbero una serie speciale di Candid camera.

Poi però capita di leggere che quelli di Bank of America Merrill Lynch pubblicano, belli belli, lo scorso 10 luglio una ricerca in cui si evidenza che Italia e Irlanda sarebbero i due Paesi di area Euro a ricavare i maggiori benefici da un'uscita volontaria e ordinata dalla moneta unica. Bank of America, mica il Banco di Credito Cooperativo di Casalgrasso!

Dunque potrebbe tornare Berlusconi e potrebbe tornare la lira. Ma allora ditelo e lasciate che l'immaginazione torni al potere. Allora vorrei ritrovare le tavolette di Ciocorì, i mangianastri con le cassette da riavvolgere con la biro, vorrei Luciano Moggi al Toro così ci riporta in finale di Coppa Uefa  (adesso ha anche esperienza in più, maturata nell’altra squadra di Torino), vorrei che Kosta Grinis fondasse un nuovo cartello dei tour operator, mi piacerebbe Carlo Bortot presidente nazional-piemontese della Fiavet, magari la Bit a Bari come era nei progetti originari dei suoi veri ideatori Dadomo, De Sario e Colucci.

Ma più di tutto vorrei il ritorno in tv, a reti unificate, della trasmissione cult per antonomasia: Colpo Grosso, quella in cui uno svolazzante Umberto Smaila si aggirava tra decine di bellissime ragazze molto poco vestite.
E nessuna di loro immaginava di poter diventare consigliere regionale, parlamentare, capo gruppo, ministro.
Davvero un altro mondo.

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