Ultimo aggiornamento alle 14:16

Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione
|

Traditaly

Chissà perché continuiamo a incaponirci nello sfornare portali (o web portals), siti in rete (o websites) e nomi (o naming) di prodotti turistici e culturali per i mercati esteri – e non – in lingua inglese. Eppure sono molte le voci che si stanno levando per segnalarci come il nostro idioma sia oggi sempre più amato e agognato dagli stranieri.  

E mentre il mondo della critica cinematografica radunato in questi giorni a Cannes si chiede perché due dei tre italiani in concorso abbiano optato per titolazioni anglofone (Sorrentino con Youth e Garrone con Tale of Tales), al Salone del Libro che quest’anno si annuncia ai visitatori con lo strillo (o claim) “Italia, Salone delle Meraviglie”, la prima mattinata si è aperta discorrendo proprio di “Lingua Madre: l’italiano e i suoi sconfinamenti”. Qui, titolatissimi insegnanti della dantesca parlata disseminati nei più prestigiosi atenei d’oltralpe e d’oltreoceano, hanno ricordato come in soli dieci anni ci sia stato un poderoso balzo degli iscritti ai loro corsi. “In testa a tutti – ha ricordato Adriana Hösle Borra – ci sono i tedeschi, che stanno addirittura lavorando a un dizionario filologico della nostra lingua, di cui noi italiani non disponiamo ancora, poi gli australiani e quindi gli statunitensi”.

Perché, allora, almeno quando trattiamo con i suddetti mercati non approfittare di questa tendenza (o trend) per valorizzare il fascino (o appeal) esercitato dal nostro idioma, e trasformarlo in una delle tante eccellenze del Prodotto Italiano (o Made in Italy)?
Almeno, proviamo a farci una riflessione; se è il caso, anche seria.

Ammetto che, nello scrivere queste righe, la tentazione di indulgere nelle abituali scorciatoie lessicali mutuate dalla terra di Albione è stata anche per me fortissima. Tuttavia, con una minima – ma davvero minima - dose di impegno, ho piacevolmente e orgogliosamente scoperto di potercela fare utilizzando la lingua che sempre più stranieri vorrebbero saper maneggiare bene quanto in realtà solo noi, che ne siamo spesso indegni ambasciatori, potremmo fare e non facciamo. Trascurandola troppo spesso, snobbandola troppo a lungo. Nell’illusione di dimostrarci più global. Auspicabilmente più fashion. Certamente più trendy.

Twitter @paolaviron

/* */

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA


I blog di TTG Italia non rappresentano una testata giornalistica poiché sono aggiornati senza alcuna periodicità. Non possono pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. Le opinioni ivi espresse sono sotto la responsabilità dei rispettivi autori

Torna su
Chiudi