Ultimo aggiornamento alle 08:31
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EasyJet ammette la crisi
Tre basi in chiusura

di Remo Vangelista

Cosa sta succedendo in casa easyJet? Durante la prima fase dell’emergenza Covid la compagnia arancione ha sempre avuto un atteggiamento più timido rispetto all’irlandese Ryanair.  

Ora però sta emergendo che dietro quella timidezza si nascondeva una fase di riflessione.

I numeri lasciano poco spazio alla fantasia e così sul finire di giugno gli arancioni hanno alzato il velo. Pare ormai certo che easyjet si vedrà infatti costretta a chiudere 3 basi in Inghilterra (Stansted, Southend e Newcastle) e licenziare un terzo dei piloti. Per chiusura si intende soppressione degli uffici e della base, con mantenimento dei singoli voli di linea.

Qualcuno di fronte a questo momento difficile non ha esitato a lanciare l’attacco. Come Jozsef Varadi, ceo di Wizz Air, che presentando la sua nuova base a Milano ha detto che “qualche rivale potrebbe rivedere al ribasso i posti offerti a Milano”, con chiaro riferimento agli arancioni che su Malpensa e da Malpensa hanno costruito un network di buon livello.

Secondo l’amministratore delegato di easyJet Johan Lundgren “la situazione attuale richiede meno aeromobili e meno personale. Al momento stiamo lavorando con i sindacati per ridurre al minimo gli esuberi”.  

Dopo i tagli di personale non si esclude che la compagnia sia costretta a rivedere anche il network, concentrandosi al momento su rotte leisure che garantiscono traffico nei mesi estivi. Ma la parte più impegnativa arriverà a ottobre.

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