Ultimo aggiornamento alle 08:03
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I cieli europei
e i fallimenti:
“Sui vettori
il peso dei rimborsi”

I fallimenti delle compagnie, non solo in Italia, sono purtroppo diventati cronaca quasi quotidiana. I default degli ultimi mesi nel settore hanno raccontato storie differenti, una per ogni compagnia: dai contesti economici ai contratti fino a modelli di business obsoleti, sono diversi i motivi chiamati in causa ogni volta.

Ma c’è un elemento nascosto, quasi sottotraccia, che sta pesando sui vettori europei: il costo dei rimborsi e dei risarcimenti. “È il famoso regolamento europeo 261, che prevede importi decisamente gravosi - spiega Andrea Gilardi (nella foto), direttore generale di Uvet Travel Network - e questo sta distruggendo i vettori”.

Nessuna compagnia, infatti, sfugge al pagamento delle penali in caso di cancellazioni o ritardi; anche il vettore più ‘virtuoso’ prima o poi deve fare i conti con questo. “Sono gravosi non solo per gli importi da pagare, ma anche per la gestione dei risarcimenti stessi, ovvero per il personale impegnato a lavorare le pratiche - prosegue Gilardi -. Noi vediamo i conti dei vettori: e devo dire che al netto dei costi riconducibili alla 261 la situazione delle compagnie sarebbe molto diversa da quella attuale”.

Un settore in evoluzione
Oltre al discorso delle cause dei default, c’è anche quello delle trasformazioni del settore del trasporto aereo: un tema che riguarda da vicino, ovviamente, anche le agenzie di viaggi. “In futuro le vere compagnie aeree saranno le alleanze - è la previsione di Gilardi -: il mercato si sta muovendo decisamente in questo senso”. A deporre a favore è anche il processo di aggregazione che ha coinvolto molti vettori in Europa, sempre più radunati intorno a maxipoli del trasporto.

E le uscite di scena degli ultimi tempi non fanno che rafforzare la posizione delle grandi aggregazioni.

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