Ultimo aggiornamento alle 14:53
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Tragedia del Boeing ucraino: via alla class-action canadese

Una class-action canadese sarà presentata a Toronto per le vittime del volo della Ukraine International Airlines abbattuto nei cieli di Teheran, in Iran.

Ad annunciarlo Tom Arndt, uno degli avvocati dello studio legale Himelfarb Proszanki di Toronto che si sta occupando della causa che potrebbe arrivare a coinvolgere non solo il Governo iraniano e la compagnia ucraina, ma anche Austrian Airlines, Lufthansa, Turkish Airlines, Qatar Airways, Aeroflot e il Governo americano. Lo stesso vettore ucraino ha infatti dichiarato di aver dato l'autorizzazione al decollo perché altri aerei dei vettori citati sono decollati da Teheran nello stesso momento in cui il volo PS752 era programmato per partire alla volta di Kiev.

L’azione legale, dunque, potrebbe portare a un risarcimento record per le famiglie dei passeggeri.


"Il volo non sarebbe dovuto decollare"
Numerose le motivazioni che giocano a favore della class-action. “Innanzitutto – spiega l’avvocato a eTurboNews – il volo PS752 non sarebbe nemmeno dovuto decollare, dal momento che erano passate solo quattro ore dall’invio, da parte dell’Iran, dei missili contro le basi statunitensi in Iraq. Inoltre – aggiunge – l’Iran non poteva non aspettarsi un’azione di rappresaglia da parte degli Usa: una ragione in più per non far partire nessun aereo”.

Ci vuole un passo in avanti del vettore
L’Iran, sottolinea Arndt, ha ammesso i propri errori, ma ora è tempo che anche la compagnia aerea ucraina faccia un passo in avanti ammettendo che consentire il decollo del volo è stato un errore disastroso.

Una tesi sposata anche dal primo minitsro canadese, Justin Trudeau, che ha dichiarato: “Abbattere un aereo civile è orribile e l’Iran deve assumersi la piena responsabilità […] Ci aspettiamo che l’Iran compensi queste famiglie”.

L'obbligo del risarcimento
Anche i funzionari ucraini hanno affermato che l’Iran dovrebbe risarcire le famiglie dei passeggeri morti, tra i quali ce n’erano 138 che tornavano in Canada, di cui 63 cittadini canadesi. A bordo dell’aereo c'erano 167 passeggeri e 9 membri dell'equipaggio. “Non possiamo riportare indietro le vittime – conclude amareggiato Arndt -. Quello che possiamo fare è portare giustizia e risarcimento alle loro famiglie e ai loro cari”.
Stefania Galvan

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