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Pagliara e l'estate Valtur

di Remo Vangelista

Parti domani non deve far paura o preoccupare nessuno, si tratta di formule di vendita dinamiche. Giuseppe Pagliara (nella foto), ceo di Valtur, non capisce la preoccupazione del mercato per l’operazione Parti domani perché “il mercato corre verso tariffe dinamiche. Questa nostra iniziativa va proprio in quella direzione – dice Pagliara  a TTG Italia –. In Francia lavora da tempo un operatore che si chiama così e sta ottenendo successo, in Germania esistono società simili. Non ci vedo nulla di male di fronte a un settore che ha accorciato i tempi di prenotazione. Oggi più del 50% delle vendite arriva in azienda 14 giorni prima, altro che advance”.

Parliamo di Valtur. Dicono che sia una ripartenza sofferta…
Non è stata una passeggiata fare ripartire un brand così forte, ma impegnativo. Non abbiamo nascosto nulla mi sembra.

Alla luce dei risultati rifarebbe l’operazione?
Ma certo ci mancherebbe. E’ stata una gara onerosa, ma siamo una famiglia ostinata che crede nel pieno rilancio di Valtur. Siamo al lavoro per immettere sul mercato nuove proposte a partire dall’inverno.

Intanto bisogna arrivare alla chiusura di esercizio 2019. Conferma il traguardo dei 30 milioni?
Partiti da zero siamo in linea con le previsioni e contiamo di arrivare a 30 milioni di ricavi per fine anno. E girando per i villaggi sento fiducia.

La diffidenza di una certa parte del settore non la sente?
Una parte minima del nostro mercato è diffidente. Spesso sono opinioni strumentali, così tanto per dire. Mi dispiace perché Valtur è un brand che appartiene a molti. Poi sarebbe bene guardare anche a cosa succede su certe mete. Ma ha visto che prezzi propongono su Sharm? Ma le pare normale? A forza di stracciare le tariffe qualcuno si farà tanto male.

La solita storia già vista del Mar Rosso. Con tanti protagonisti a caccia di spazi e ricavi facili. A volte solo a caccia e basta.

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