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Italia e overtourism
L’Unesco salva Venezia

Tornano i flussi turistici in Italia e torna di piena attualità il tema dell’overtourism. A dare il ‘la’ alla nuova serie di iniziative contro le masse incontrollabili di turisti è Venezia, che ha deciso dalla prossima primavera di applicare il ticket sugli ingressi dei cosiddetti viaggiatori ‘mordi e fuggi’.

Una scelta che ha innescato, a catena, una lunga serie di polemiche e di distinguo che non accennano a placarsi. Una scelta, però, che sembra aver salvato la città dal rischio di essere inserita nella lista Unesco dei siti a rischio. Il provvedimento è stato visto dalla 45° sessione del World Heritage Unesco, che si è svolta ieri a Riad, come uno sforzo per tentare di salvare la città.

Da Firenze, Palazzo Vecchio fa sapere che non si applicherà nessun ticket giornaliero ‘modello Venezia’ “per evidenti ragioni strutturali di conformazione della città” si legge sul sito istituzionale della città. E un no al biglietto di ingresso arriva anche dal piccolo, ma turisticamente importante comune di San Gimignano: anche lì il sindaco sostiene che un’iniziativa come quella di Venezia sarebbe inapplicabile per costi di impianto e per motivi di natura infrastrutturale.

Se Firenze boccia il ticket di ingresso, fa un discorso differente per quanto riguarda la cosiddetta ‘gentrificazione’ del centro storico. Prima ancora della proposta sulla regolamentazione degli affitti brevi a uso turistico del ministro Santanchè, il sindaco Nardella ha lanciato il suo guanto di sfida verso una città che rischia di diventare un parco giochi per turisti.

E sulla sua scia si stanno collocando Roma, che comincia a masticare amaro davanti a interi quartieri del centro che non hanno più residenti, ma solo turisti e Milano, dove il sindaco pensa a un regolamento affine a quello di New York.

Il risultato, giocoforza, è il proliferare di regole e regolamenti del tutto differenti che non possono far bene al turismo in Italia: i visitatori stranieri, messi davanti a una serie di norme che cambiano da comune a comune restano, se va bene, disorientati. Se va male, si guardano bene dal ritornare. C.P.

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