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Caffè con il direttore
Filippetti, il viaggio di Lindbergh

di Remo Vangelista

Tornare al mestiere di un tempo gli ha ridato energia.

Nardo Filippetti ora fa l’albergatore, come gli piaceva da ragazzo. Dopo aver solcato per molte stagioni l’industria del tour operating ha cambiato strada, tutto senza lasciare trasparire malinconia (ma vorrebbe dire tante cose…).

Vive e lavora a Pesaro, ma annusa con sempre più frequenza le piazze internazionali per capire l’evoluzione dell’ospitalità, quella che prende sempre di più una piega verso l’alto.

Per questo l’anno scorso tornando dalla fiera di Cannes “Iltm” disse che anche gli albergatori italiani avrebbero dovuto farsi un giro in terra di Francia, magari per scovare nuove tendenze e svecchiare il prodotto.

In questo appuntamento con il Caffè con il direttore Filippetti parla tanto di alberghi e quasi mai ricorda la sua lunga militanza (e guida) di Eden Viaggi.

Presidente come si trova nel mondo di Lindbergh?
Pensavo fosse un business leggero e invece ho scoperto un mondo interessante e intrigante. Ero abituato a gestire un gruppo (Eden n.d.r.) da 380 milioni di euro dove tutto era frenetico. Una corsa continua. Adesso mi sono reso conto di tante cose.

Per esempio che la marginalità alberghiera supera le mille fatiche da tour operator?
Anche questo certo. Il margine di guadagno è più interessante. Senza ombra di dubbio lavorando con gli hotel i profitti sono più interessanti. Bisogna anche ragionare su segmenti diversi rispetto al passato. Diciamo che bisogna togliere la polvere da tanti hotel di casa nostra.

Infatti anche lei parla e frequenta solo la fascia medio-alta del comparto. E va alla caccia di occasioni magari anche in città di forte richiamo come Venezia?
Ho visto strutture molto interessanti da poche camere. Immagini un boutique hotel da 25 camere dove è possibile seguire passo passo tutti i clienti. Ma la trattativa alla fine è saltata, purtroppo.

Rimane in piedi l’idea di ampliare sempre più il portafoglio luxury?
Voglio esprimere la qualità e l’attenzione per 40 clienti e farli sentire a casa, spingendo al massimo il senso del bello. Questo vuole dire accoglienza di fascia alta.

Lindbergh sta crescendo e qualche fondo potrebbe bussare alla sua porta. Cosa fa, si siede al tavolo delle trattative?
I fondi li conosciamo. Però oggi posso dire che con Lindbergh mi diverto e voglio lasciare qualcosa ai miei figli. Insomma arrivo al mattino e mi diverto, mi arrabbio. In buona sostanza vivo.

Pianterà la bandierina Lindbergh in modo stabile anche in qualche piazza straniera?
Stiamo aumentando il volume di camere con l’obiettivo di fare bene sul mercato italiano. Poi lo sa che non sono capace di stare fermo…

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