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Fashion Gate

Stefano Gianuario, giornalista di TTG Italia
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Viva l'Inghilterra

Viva viva l'Inghilterra, pace, donne, amore e libertà. Cantava così Baglioni con un'improbabile capigliatura nei fulgidi anni '70. Perché l'Inghilterra, la sua Londra e più in generale il Regno Unito e l'idea del mondo anglosassone erano un qualcosa che, visto dall'Italia, si avvicinava a Marte, Giove o giù di lì.

Poi i tempi sono cambiati, la globalizzazione, internet e le low cost hanno avvicinato il mondo e il ruolo di Londra nel collettivo immaginario si è un filo ridimensionato.
Solo un filo però.

Ed era chiaro che quella Londra, secolare trend setter, non poteva proprio starci. Così si è preparata in fretta la candidatura ai Giochi Olimpici, diventati da qualche anno nuovo vezzo dei già vecchi mercati emergenti. Tra l'edizione cinese e quella brasiliana si è infilata la mai stanca capitale britannica con quel vecchio fare imperialista che la porta a guardare un po' tutti dall'alto in basso.
Grandi preparativi, grandi proclami e grandi aspettative.
Purtroppo però, qualcosa non ha funzionato per il verso giusto e, a una decina di giorni dell'avvio dei giochi i biglietti invenduti restano vicini a una drammatica quota: 700mila.

Ma un po' per il tradizionale rigore dei sudditi di Sua Maestà, un po' perché si sa, noblesse oblige, e ai primi della classe spetta pure qualche responsabilità, la Londra olimpionica del 2012 non si è scomposta ed è corsa ai ripari.
Come?
Rispolverando il meccanismo che muove il mondo dalla notte dei tempi.
E allora una mostra fotografica, 'The body issue 2012', firmata da Espn, che ritrae i migliori atleti del mondo messi letteralmente a nudo.
Non manca il supporto della cultura, forse un po' in senso lato, con l'installazione, 'Diana' di Mark Wallinger che permette di sbirciare una modella al 'naturale', dal buco della serratura del bagno. Roba da code chilometriche fuori dalla National Gallery di Londra.

Come ciliegina, infine, la Regina ha deciso di riaprire l'Isola di Wight ai turisti. Chissà che sotto non ci sia la volontà di rifarne quel paradiso hippy che era negli anni '60, con annessi e connessi.

Come a dire, se non attirerà lo sport, ci penserà pur qualcos'altro.

Twitter @SGianuario

Leggi anche: Londra 2012
Altri temi: olimpiadi 2012, Londra
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