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L’evoluzione del turismo
Così cambierà l’industria

Il 57% dei clienti di hotel del mondo (e il 58% degli italiani) vuole trascorrere più tempo in viaggio nel 2024. Lo dice l’edizione 2023 del Changing Traveller Report di SiteMinder, che evidenzia le tendenze future nel mondo del turismo.

Viaggiare di più, quindi, e in destinazione internazionali: il 42% dei viaggiatori a livello globale vuole andare lontano, e così pure gli italiani, che anche in questo caso aggiungono un punto in più rispetto al valore globale (43%). Per quanto riguarda gli alloggi, il 19% degli italiani sceglierà di pernottare in un b&b, un dato che supera di gran lunga la media globale pari all’8%, mentre il 25% ha in programma di soggiornare in catene alberghiere o in resort, anche in questo caso, percentuale che si distingue rispetto alla media globale (19%), e il 6% in boutique hotel o strutture di lusso.

Il peso dell’inflazione
Tuttavia, l'aumento dei prezzi sta costringendo i consumatori ad adattarsi, e la ricerca mostra come gli italiani siano tra i più colpiti dall’inflazione. L'88% afferma che i rincari avranno un impatto sulla scelta dell'alloggio (rispetto alla media globale dell'80%): infatti, il 26% rimarrà nella struttura preferita ma sceglierà una camera più economica, il 20% invece ridurrà il soggiorno.

Nonostante ciò, l'85% dei viaggiatori italiani è disposto a spendere di più per ottenere una sistemazione di qualità. E per qualità, gli italiani intendono soprattutto una struttura che assicuri spazi per famiglia e amici (30%) e che offre opzioni di benessere e cura personale (28%).

“La ricerca scatta una fotografia del viaggiatore italiano di oggi, desideroso sì di viaggiare ma con un’attenzione al budget - spiega Simone Portaluri, regional manager per l’Italia di SiteMinder -. Il trend del ‘revenge travelling’, evidenziato nella scorsa edizione del Changing Traveller Report, ha portato a nuovi desiderata dei viaggiatori. Dopo lo stop obbligato dalla crisi sanitaria seguito dal ‘voler viaggiare a ogni costo’, gli italiani stanno pianificando in maniera più ponderata i propri viaggi dando priorità a mete straniere (difficili o impossibili da raggiungere nel periodo di Covid), al benessere e alla comodità, valutando con attenzione le spese di viaggio e gli extra”.

Il ritardo tecnologico
Interessante notare che il 65% dei viaggiatori italiani è più o meno propenso a tollerare standard di servizio inferiori causati dalla carenza di personale, ma dal punto di vista tecnologico, il settore alberghiero viene percepito in ritardo rispetto ad altri. Secondo la metà dei clienti l’esperienza di prenotazione e il soggiorno potrebbero essere migliori se le strutture ricettive fossero più esperte tecnologicamente.

Non che gli italiani siano così favorevoli alla tecnologia: la metà degli intervistati afferma di aver rinunciato a una prenotazione online a causa di una brutta esperienza. Siti web all’apparenza non sicuri, processi difficili e impossibilità di navigare o prenotare su dispositivi mobili sono i tre fattori principali che contribuiscono a un'esperienza negativa.

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