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Proposta cultura a doppia velocità

Un prodotto che funziona anche dal punto di vista del turismo culturale.

Almeno, per la parte che riguarda lo Yucatan e i siti precolombiani. “La scelta del tour culturale - dice Luna Puca, addetta vendite di Lucandra Viaggi a Monza - riguarda quasi sempre i resti maya dell’area del Golfo del Messico”. Anche perché, dicono le agenzie, “principalmente i clienti vengono a richiedere il Messico come destinazione mare - spiega Gloria De Liso, titolare di A/R Travel ad Acerra (Napoli) - e poi magari acquistano le escursioni direttamente in loco”. Di conseguenza, approfittano dei tour proposti dai villaggi, che spesso ricadono sull’area stessa dove sono collocati.

Funziona meno, invece, il tour del Messico coloniale, malgrado il Ministero del Turismo voglia spingere su questo prodotto per diversificare l’offerta. Anche se i dati presentano buoni incrementi sulle destinazioni ‘coloniali’ (Puebla è cresciuta del 37,2 per cento, San Miguel de Allende dell’8,1 per cento, Querétaro dell’11,9 e Aguascalientes del 19,2 per cento), il traffico italiano sembra restio a spingersi su un tour del Messico.

“Diciamo che organizzare un prodotto Messico che non sia il classico soggiorno mare in villaggio è abbastanza complicato - spiega Daniele Laurendi, titolare di Identity Plus a Milano - sia per i collegamenti, sia per alcune difficoltà nelle aree interne”.

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