Se il mare del Messico non riscuote più i successi di un tempo, discorso diverso vale invece per i tour culturali.
“Credo si sia verificata una vera e propra trasformazione nella mentalità dei clienti - dice Eugenio Falchero, titolare di Blu Flamingo a Bologna -. Chi mi chiede il Messico, ormai, vuole un viaggio personalizzato, abbinando anche l’aspetto culturale a quello balneare”. Un trend che sottolineano un po’ tutte le agenzie, evidenziando come il mix fra cultura e mare veda vincente proprio l’inaspettato asset culturale.
“Il tour culturale classico è quello che viene più richiesto - dice Samuele Trinci, titolare di Buckingham Viaggi a Firenze - ma il prodotto è sostanzialmente sempre lo stesso, non si vedono grando novità”. Davanti a questo stato di cose, c’è chi si è inventato un prodotto Messico cultura completamente tailor made. “Non mi piace più vendere il prodotto già costruito e ho la fortuna di lavorare con clienti di target medio-alto che sono interessati alle mie proposte” racconta Marco Penzo, titolare di Narvalo Viaggi a Venezia, che sviluppa tour del Paese alla scoperta di siti archeologici o di beni culturali trascurati dal turismo di massa.
“Costruiamo itineri ad hoc sui siti precolombiani - dice - e devo dire che quest’anno, complice la predizione del calendario Maya sulla fine del mondo, la curiosità verso il Paese e verso questa civiltà si è accesa in modo particolare”.
La leva cultura è quasi indispensabile per stimolare la visita del Paese. “È evidente che il prezzo sale con un volo di linea e un tour del Paese - dice Barbara Mosca, addetta vendite di Travelling a Torino - ma andare in Messico tracurando questo aspetto è davvero un spreco”. E Penzo di Narvalo Viaggi insiste nella necessità di valorizzare i siti e i luoghi meno conosciuti della destinazione. “Anche noi, se il cliente vuole, lo portiamo nello Yucatan a vedere Chichen Itza, Uxmal e Merida, ma sicuramente sono altri i siti più belli. Che, per altro, andrebbero resi più facilmente accessibili, perché le condizioni delle strade in alcuni casi sono davvero estreme”.
La cultura vincente
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