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di Lino vuotto
Il Codice del turismo, il rapporto con le imprese, l'Enit e soprattutto i soldi che non ci sono. Sono stati questi gli argomenti chiave su cui si è articolata la due giorni della Conferenza nazionale del Turismo, convocata dal ministro Michela Vittoria Brambilla a Cernobbio. Sul Codice, le perplessità delle imprese e delle Regioni, che si erano scatenate all'indomani della presentazione vanno in parte scemando, soprattutto perché il ministro si è detta disposta a rivederlo e aggiornarlo con la collaborazione di tutti. Sono risuonati, invece, da più parti gli appelli per ridare all'Enit la sua centralità nella promozione del turismo italiano, rifinanziando in modo cospicuo la sua attività e soprattutto svicolandolo dall'impaccio del commissariamento, che ne limita molto le possibilità. Il nocciolo delle questioni è ruotato tutto intorno ai soldi disponibili, che mancano da tutte le parti, sia in casa delle Regioni che nei conti dello Stato. Tanto da spingere il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, a chiedere di 'vedere i conti' sia del Governo che degli enti locali, per fare chiarezza e definire quale è il contributo che ognuno può dare al turismo. A fare da sottofondo constante alla Conferenza, però, il rapporto fra il Governo e le imprese: da parte della associazioni di categoria è netta la sensazione che l'esecutivo e il ministro Brambilla non parlino per le aziende del comparto, ma si limitino a parlare per loro stessi.
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