Sergio Testi al comando di Best Tours Italia, Alberto Peroglio Longhin al vertice di Bluvacanze, Mimmo Pellegrino appena insediatosi in Valtur. Perché i rispettivi proprietari (Alessandro Rosso, Msc e Unicredit, Franjo Ljuljdjuraj) hanno scelto proprio questi tre manager per rilanciare le rispettive aziende? Cercherò di individuare tre motivi principali, che accomunano Testi, Peroglio Longhin e Pellegrino.
Primo, perché tutti e tre hanno navigato in mari tempestosi. I trent’anni di Testi in Alpitour, le dismissioni Parmatour e Parma Calcio per Peroglio Longhin, lo start-up di Msc Crociere per Pellegrino sono medaglie appuntate al petto. Crisi improvvise, fusioni e acquisizioni, abbandoni eccellenti e incidenti di percorso hanno reso i tre manager resilienti, ancor più che resistenti. E – non a caso – le tre aziende che sono chiamati a riportare in rotta sono reduci da periodi non particolarmente tranquilli.
Secondo, perché sono multi-task. Testi è più commerciale o prodotto? Peroglio Longhin è più esperto di tour operating o di reti? Pellegrino è più uomo da front-office o da back-office? Tutti e due, per tutti e tre. Sanno comandare una squadra di venditori, impostare una campagna di marketing, rigenerare un prodotto in sofferenza, picchiare (metaforicamente…) un fornitore. Forse, non avendo più trent’anni, non sono nativi digitali, e su eCommerce e social avranno bisogno di un aiutino.
Terzo, perché ci devono mettere la faccia. Succede in politica, succede nel calcio, ora anche nel turismo. I partiti, le squadre di calcio e ora pure le imprese turistiche sono sempre più rappresentate dai proprietari e/o dai top manager. Che sono chiamati a comandare, ma anche (o soprattutto?) a comunicare. Innanzitutto i valori dell’azienda, poi gli obiettivi, i risultati, i fatti del giorno. Certo, né Testi né Peroglio Longhin né Pellegrino saranno chiamati da Bruno Vespa a Porta a Porta, almeno nell’immediato. E il public speaking, per loro, non ha più segreti. Ma - in via del tutto scaramantica, Mimmo è napoletano… - dotarsi fin d’ora di un bel manuale di Crisis Management non sarebbe una cattiva idea.