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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Formidabili quegli anni, ma se ci tocca vivere in questi…

Formidabili quegli anni. Erano i favolosi ’60 o i tumultuosi ’70 o gli affluenti ’80 del secolo scorso, ma erano comunque formidabili. Questo secondo il collega GB Merigo che, col blog Amarcord, sta meritoriamente riportando alla luce personaggi e aziende che hanno segnato la storia del turismo italiano: Napoleone Poli e Beppe Ronco, Diplomat Tour e Italturist.

Le notti a Ibiza e il primo charter sulla Thailandia erano sì intuizioni fantastiche, ma frutto di un mercato dove l’offerta (quella dei primi t.o.) era stimolata da una domanda (quella dei primi italiani che viaggiavano per diletto) in pieno boom. Una nuova destinazione, ben impacchettata da un t.o., veniva veicolata tramite le agenzie di viaggi e - voilà - i charter si riempivano.

Non c’era concorrenza, né tra t.o. (Alpitour per andare alle Canarie, Francorosso per andare in Kenya ecc.) né tra agenzie (erano poche migliaia e agivano in regime di oligopolio). I soldi cominciavano a girare. Gli italiani non vedevano l’ora di abbandonare la Pensione Miramare di Cesenatico e scoprire il mondo.

C’è una frase di Bruno Colombo che riassume bene l’atmosfera di quegli anni: “Sapevo che a vendere viaggi si facevano i soldi. Ma non COSÌ tanti…!”.

Cosa sia successo nel frattempo lo sappiamo tutti. Oggi gestire un’impresa turistica, o semplicemente tenere in piedi un’agenzia di viaggi, è cento volte più difficile di allora. Se l’intuizione è buona e l’imprenditore è sveglio, ci sono buone possibilità, ma il successo dipende da talmente tanti fattori che questi due elementi non bastano più.

Ognuno ha i tempi che il destino gli assegna, quindi inutile provare rimpianto per il passato. Speriamo soltanto che - tra vent’anni - il buon GB possa raccontare anche qualche eroe di questi anni non formidabili.

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