Ultimo aggiornamento alle 15:15

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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Il cliente che tutti vorremmo (e che non avremo mai)

Mi sveglio di soprassalto, nelle nebbie di un incubo a base di clienti esasperati perché non riescono ad andare in vacanza a Ferragosto con 300 euro all inclusive, tour operator che spariscono un secondo dopo aver incassato l’acconto che gli ho mandato, valigie che fanno il giro del mondo prima di arrivare a destinazione. Mi giro dall’altra parte e riprendo sonno, speranzoso. Ecco il mio sogno di mezza estate.

Entra bussando, quasi scusandosi, mi fa un cenno del capo, come per dire “Vedo che Lei è impegnato, non si preoccupi, attendo che si liberi”. Si siede, disdegna i cataloghi dei t.o. e sfoglia la monografia sull’Oman che ho comprato sei mesi fa e che nessuno aveva mai aperto. Gli suona il telefonino, vedo che risponde a bassa voce, un po’ in imbarazzo “Ti chiamo dopo, scusami, ora sono in agenzia di viaggi, non voglio disturbare chi lavora…”.

Lo invito ad accomodarsi, mi stringe la mano rispettoso e si presenta, dice che ha sentito parlare bene della mia agenzia, “Lei ha mandato dei miei amici in Messico, itinerario ben studiato e originale, ecco perché sono qui…”. Arrossisco, non me lo dicevano da anni che ero bravo a disegnare un tour… Chiedo quale budget ha a disposizione, mi risponde con cortesia, ma un po’ piccato “Guardi, faccio un bel viaggio all’anno, posso permettermi di non guardare l’euro… Pensavo all’Africa, Lei cosa mi consiglia?”.

Gli chiedo se ha qualche idea, cosa ha visto su Internet, giusto per prepararmi, ma lui replica “Su Internet vado quando mi serve un hotel o un volo, ho pensato all’Africa perché su Sky ho visto un magnifico documentario sui parchi della Tanzania, mi aiuti Lei…”. Quasi mi commuovo, con voce rotta dall’emozione tiro fuori un libretto che tenevo nella scrivania da anni: gli mostro la differenza tra gazzella di Thomson e gazzella di Grant, la imparai da una guida del Serengeti l’ultima volta che accompagnai un gruppo laggiù, quindici anni fa…

“Va bene, safari più qualche giorno al mare, era proprio quello che cercavo… È stato bravo a capire le mie esigenze, sono soddisfatto” mi dice sorridendo. Io arrossisco di nuovo. “Senta, in attesa del preventivo definitivo, Le va bene un assegno? Mi dica Lei la cifra totale, a chi lo intesto?”. No, questo non è possibile: vuol pure pagare in anticipo, non succedeva dal 1998…

Mi alzo dalla scrivania, batto la testa contro il soffitto, mi sveglio nel mio letto grondante di sudore, al posto dell’assegno ho in mano il lenzuolo… Era solo un sogno, un sogno di mezza estate.

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