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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Laude in memoria di un’agenzia (che ha chiuso)

Se c’è una cosa che mette tristezza, per chi fa il nostro mestiere, è un’agenzia di viaggi che chiude. Se l’agenzia è di quelle storiche, allora è ancora più triste.

Ma il peggio è quando il locale dove volenterosi colleghi hanno lavorato per anni, tanti anni, viene sbarrato; un foglio A4 viene appiccicato al vetro (“L’agenzia ha sospeso l’attività. I clienti che devono ancora partire sono pregati di telefonare al..”); per terra rimangono cataloghi scaduti e cartonati scoloriti.

Alla Helios Viaggi di Anzio (Roma) è successo esattamente questo. Non so da quanti anni fosse aperta, credo mezzo secolo o giù di lì, perché me la ricordo da quando ero bambino e i miei genitori mi portavano a passeggio sul porto, dove aveva sede. Mio padre, medico di famiglia sempre impegnatissimo coi propri malati, si permetteva una sola vacanza all’anno, che consisteva invariabilmente in un viaggio prenotato alla Helios Viaggi, per tutta la famiglia. Così a 15 anni ho scoperto gli Usa in pullman con Aviatur, a 17 il Mediterraneo con la Enrico C., a 19 il Nilo e le Piramidi con Turisanda. Non avrei fatto questo mestiere, se la Helios Viaggi non ci fosse stata e mio padre avesse preferito trascorrere in altro modo il poco tempo libero dal lavoro.

Helios Viaggi ha chiuso il 31 marzo, oggi davanti alla sua vetrina sono collocati i tavolini del più rinomato ristorante di pesce di Anzio; sabato sera ho contato 21 tavoli occupati e 96 persone che cenavano allietati dalla vista del mare e dalla brezza serale. Chissà quando l’agenzia aveva visto, tutti insieme, 96 clienti...

Dopo decenni di attività, ci può stare che un’agenzia chiuda. I titolari sono anziani, i figli hanno scelto un altro mestiere, le spese di gestione non giustificano più l’impegno quotidiano. Spiace solo che di quella cura, di quella dedizione, di quell’affetto per il proprio mestiere che i titolari di Helios Travel hanno profuso - per decenni - rimanga solo un pacco di cataloghi scaduti e un cartonato scolorito.

Io li ricorderò così: “Buongiorno, dottore, che piacere vederla. Allora, dove vuol portare la famiglia quest’anno? I suoi figli sono cresciuti, che ne dice di una crociera sul Nilo? Prego, si sieda, adesso le spiego tutto, vedrà che a casa saranno contenti...”.

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