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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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E mo’ basta, aridatece l’Alitalia!!

Non c’è più l’Az di una volta. Non c’è più da tanti anni, ma oggi, con l’ingresso di un competitor come easyJet sulla Milano-Roma, finisce veramente un’epoca.

Non c’è più perché Alitalia ha seguito il destino del nostro Paese, che negli anni ’60 era in pieno boom economico e oggi affronta la più grave crisi della sua storia moderna.

Chi ha vissuto l’Alitalia degli anni d’oro, ne ha un ricordo indelebile. Le hostess, per cominciare, che negli anni ’60 non solo erano delle belle ragazze, coi capelli cotonati e gli occhi bistrati, ma anche le più eleganti di tutte: le divise firmate dalle Sorelle Fontana anticipavano il 'made in Italy' di là da venire.

I piloti erano riconosciuti essere tra i migliori della categoria: forti di un addestramento militare senza pari nel mondo, ti bastava vederli ai comandi (allora si poteva visitare la cabina di pilotaggio, durante il volo, altro che 11/9...) per sentirti in buone mani.

Gli annunci di bordo erano pronunciati con un lieve accento romano, perché il personale era spesso capitolino, ma Roma era caput mundi, quindi ci stava.

Ma l’esperienza più mistica era arrivare in aeroporto dall’altra parte del mondo (San Francisco, Sidney, Nairobi), avvicinarsi al check-in e sentirsi dare il buongiorno in italiano. Quel “buongiorno, signore, ben arrivato!” era veramente come tornare a casa dopo una lunga assenza. Ai più sensibili, vedere la livrea con la 'A' stilizzata, prima dell’imbarco in aereo, faceva venire i lucciconi.

Aridatece l’Alitalia di una volta, quindi, è un grido di dolore destinato a rimanere inascoltato. Perché, oltre ad Alitalia, anche quell'Italia non c’è più.

Leggi anche: Alitalia, easyJet
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