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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Cosa fare quando si perde il lavoro

Il mio ultimo post, intitolato “Vuoi cambiare lavoro? Provaci pure, ma non adesso!!” ha scatenato una ridda di commenti. Quello più accorato è di Sarah, collega di Roma, che va subito al punto: “Cosa fare se - ahimè, come dici tu - si perde il lavoro, si è “overqualified” e non ci sono le condizioni per lasciare il paese (situazioni comuni alla maggior parte dei lavoratori che inviano i CV)?”. Sarah non le manda a dire, e conclude molto incisivamente: “Come si evince da quello che scrivi, noi aspiranti lavoratori se dovemo dà ‘na chiodata e basta?”.

Lungi da me l’invito a darsi ‘na chiodata, ma il quesito posto da Sarah è di assai difficile risposta. La più semplice sarebbe quella che l’attuale presidente dell’Enit, Pier Luigi Celli, diede a suo figlio, in una famosa lettera pubblicata da tutti i giornali quando, nel 2009, era direttore generale dell’Università Luiss: “Figlio mio, lascia questo Paese”. Mettiamo che non si possa portare il proprio cervello all’estero e neanche - causa legami familiari - fuori dalle mura aureliane di Roma.

Ecco tre idee che possono venir buone quando si perde il lavoro. Primo, disegnare una strategia. Come lavoratori, siamo né più né meno dei “prodotti” che devono combattere la concorrenza, interessare le aziende e convincerle a “comprarci”. Quindi, un buon CV, un’attenta selezione delle aziende (e delle persone) alle quali rivolgersi, un’analisi costante delle offerte che si trovano sul web, una tattica accurata (lettera di accompagnamento e CV; email di rinforzo; telefonata di verifica; seconda email di rinforzo ecc.).

Secondo, impiegare produttivamente il tempo che passa tra un lavoro e l’altro. Ovvero, studiare studiare studiare. Una nuova lingua, i nuovi media, come si scrive un comunicato stampa, qual è il modello di business di Volagratis o di Alidays o di Airbnb. Sul web c’è tutto (in inglese, of course), quindi evitare di perdere tempo su facebook e simili, e darsi da fare.

Terzo, valutare un altro settore. Se si è “overqualified”, come denuncia Sarah, probabilmente non lo si è in altri ambiti. Leggere, chiedere, documentarsi, prendere informazioni. Fabrizio Prete, ex direttore generale di Alpitour, è appena diventato presidente del CdA di Gabetti Immobiliare.

Ecco, probabilmente non ha dovuto mandare il CV, al contrario di Sarah, e del sottoscritto...

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