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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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La seconda vita di un tour operator

È l’estate dei rilanci. Jalel Hebara ha fatto rinascere dalle ceneri il marchio Sprintours e, fedele alle origini, torna a proporre la Tunisia “dura e pura”, senza tanti fronzoli.

Pino Sergnese e Marco Bocchieri di Value Holding hanno rilevato Marevero dalla proprietà Iberostar e tentano il rilancio di un t.o. che non ha raggiunto gli obiettivi (troppo ambiziosi?) che gli spagnoli si erano dati.

Ma anche Caleidoscopio (grazie a Oltremare) e Utat (grazie a Caldana) tentano di riacquisire uno spazio perduto nel sempre più ristretto e sofferente orizzonte del tour operating italiano.

Al contrario, nessuno parla di rilanciare marchi come Rallo (anche se nel 2010 ci han provato) o Viloratour o Eurotravel, caduti e non più risorti.

Proviamo a elencare le regole da seguire per fare in modo che un rilancio abbia (beh, possa avere...) probabilità di successo. Sono norme di buon senso, nulla di particolarmente originale, magari possono servire.

Primo: rispettare e convincere le agenzie di viaggi. Se un t.o. passa di mano, è evidente che qualcosa prima non andava: la fiducia dell’agente non è cieca, quindi va riconquistata, con cura e dedizione (e budget).

Secondo: presentare la squadra. La nuova proprietà tende a collocare nuovi manager, oppure a occuparsi essa stessa del business. Attenzione a non confondere le carte: chi comanda adesso? Il manager che c’era prima, e c’è ancora, oppure la nuova proprietà? Un bell’organigramma, "chi fa che cosa" (con email e telefoni diretti), spedito a tutte le agenzie in mailing, è più utile dell’ennesima offerta coi bambini gratis.

Terzo: il cliente innanzitutto. Chi si affaccia sul mercato con tante buone intenzioni deve garantire al cliente il massimo che può: niente quote aggiuntive scritte in corpo minuscolo, niente cambi volo a due giorni dalla partenza, niente avvocati di mezzo se si tratta di rimborsare una vista mare che non c’era. L’agenzia ha speso il proprio nome per proporre quel t.o. al proprio cliente, avendo certo alternative: se le cose van bene, il cliente sarà contento; se ci sarà qualche intoppo, la sola frase che l’agente vorrebbe poter pronunciare al cliente sarà: "Ha visto? Ha fatto bene a fidarsi del mio consiglio. Il t.o. xy ha accettato la sua richiesta, tutto a posto".

Quarto, the last but not the least. Lavorare a testa bassa e con passione, e per quest’anno magari accontentarsi di pareggiare i conti, se va bene. Quando clienti (e agenti) si saranno nuovamente affezionati al t.o. "rilanciato", allora si potrà promettere qualche bel + 30 per cento dei tempi pre-crisi. Tanto oggi, nella torrida estate 2012, non ci crede nessuno.

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