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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Il “revenge exhibition” e cinque tipi da TTG

Siamo reduci da Rimini (chi non c’era ha torto, stavolta più che in passato) e abbiamo tutti la sensazione che sia andata bene, l’atmosfera tra i padiglioni era frizzante e i numeri lo confermano. Sorrisi sotto le mascherine e pugnetti al posto di strette di mano sono stati numerosi e convinti, però ho la sensazione che, in parte, siano dovuti a un fenomeno definibile “revenge exhibition” (copyright Armando Muccifora di Thai, che peraltro al TTG non è venuto). Abbiamo talmente voglia di uscire dalla cupa atmosfera degli ultimi 18 mesi che passare due o tre giorni in fiera rappresenta una sorta di riscatto, un premio che ci sentiamo di meritare, quindi siamo contenti a prescindere. Sappiamo che il business, quello vero, è di là da venire, ma intanto ci prepariamo.

Frequento fiere da più di trent’anni, ne ho viste di tutti i colori, quindi mi perito di conoscere i “tipi da fiera”. Oggi mi dedico a 5 “tipi da TTG”, gente che s’incontra in giro. A Rimini e non solo.

Quello che il PIL del turismo deve crescere al 20%, quello che l’Italia ha il 70% del patrimonio turistico mondiale - Di norma è un politico prestato al turismo, che fino all’altro ieri si è occupato di Parmigiano Reggiano o di Protezione Animali. Oppure è un esperto di marketing che sa tutto della Ferragni e dei Nutella Biscuits, ma non conosce la differenza tra incoming e outgoing. Entrambi sproloquiano di turismo, in favore di telecamera, e hanno capito che quando citano il PIL o il numero dei siti Unesco, un titolo o un lancio stampa lo acchiappano. “L’Italia è il Paese più bello del mondo!” proclamano entusiasti. Chi l’avrebbe mai detto, rispondiamo noi.

Quello che quest’anno ha lo stand più figo, quello che lo stand più figo ce l’aveva l’anno scorso, ma quest’anno non c’è - Sono le aziende che hanno deciso di esordire in fiera. Padiglione maxi, luci sparate, musica a palla e hostess come se piovesse. Ovvio che siano uno degli stand più affollati, in fiera quando c’è casino (scusate la metafora) la gente ci si tuffa, anche perché colazioni e aperitivi sono gratis. “Cresceremo del 100% in due anni, puntiamo a 50 milioni!” recitano entusiasti i loro comunicati stampa. C’è a chi va bene, cresce del 15%, si accontenta e l’anno dopo in fiera ci va ancora, con stand ridotto e hostess limitate. Ma c’è chi sparisce del tutto e quando chiedi al collega che lo scorso anno ballava praticamente sul tavolo: “Ehi, ma qui non c’era lo stand di XY, che fine ha fatto?” risponde distratto: “Boh, a me deve ancora pagare una fattura”.

Quello che cambia azienda più frequentemente delle edizioni del TTG - “Ciao, come stai?” (io) “Magnificamente! Senti, devo presentarti Paperino Tour Operator, è una bomba!” (commerciale aggressivo, di quelli che in fiera ti parlano, ma nel frattempo sbirciano le ragazze che passano) “Paperino? Ma non lavoravi per Topolino?” “Ma no, Topolino Tour Operator? Ho fatto una consulenza l’anno scorso, ma erano scarsi. Allora, noi di Paperino  puntiamo a 50 milioni in due anni!” “50 milioni? Ma non era l’obiettivo di Pippo? Mi avevi pure lasciato un comunicato stampa, due anni fa...” “Pippo Tour Operator? Sì, bravi, ma erano lenti, non valeva la pena... Paperino è il futuro, posso mandarti l’intervista del CEO e founder? Mi scrivi qualcosa, vero?” “Va bene, manda, Paperino è un bel nome per un t.o.” Il bello è che quel commerciale ci crede, beato lui.

Quello che prima era il CSR, poi è arrivato l’esperienziale, dopo è passato al food e oggi è tutto green - Sono le mode in fiera, che poi sono le stesse che girano in azienda e di cui parlano giornali e TV. Qualche anno fa se non ti occupavi di Corporate Social Responsibility eri un paria, poi se osavi parlare di “destinazione” e non di “esperienza” ti guardavano male, quindi è arrivato Master Chef e cucinare, sempre in favore di telecamera, è diventato il mestiere più bello del mondo. Da quando c’è Greta, il mantra è “green/ecologico/sostenibile” e tutta la filiera turistica - dal rifugio in montagna all’agenzia sotto casa - si vanta di fare la differenziata (quella seria, con 7 bidoni colorati diversi). Bello e corretto, magari tenendo conto che il nostro settore - tra aerei e pullman, hotel sulla spiaggia e immersioni sulla barriera corallina - è purtroppo uno dei meno green che esistano.

Quello che “ma lo sai che...?!” - È il personaggio che in fiera mi piace di più, se non lo incontro ci rimango male. Perché un sorriso te lo strappa sempre. Si avvicina, ti afferra un braccio, si guarda intorno per capire se ci sono orecchie indiscrete e poi ti spara all’orecchio: “Ehi, ma lo sai che il capo di XY se la fa con la tipa di YZ? Lo sai che ha piantato la moglie? Quella ha ingaggiato una banda di avvocati e ha promesso di fargliela pagare cara! Per me XY salta domani!” “Ma no?! Davvero?” rispondo io, un po’ scettico. “Eddai, che ti ho mai raccontato balle?! E lo sai che il proprietario della compagnia AB è scappato coi soldi e ai soci ha lasciato un miliardo di debiti? Per me AB salta domani!” “Pure loro? Caspita!” replico io. Quello che “ma lo sai che...?!” può andare avanti per ore. Le sa tutte.
Ma ormai sono le 18, la fiera chiude, tu sei sfatto, te ne vai barcollante verso l’uscita e pensi: “Sì, vabbè, alla fine mi è piaciuta anche stavolta, l’anno prossimo ci torno!”.

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