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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Cos’hanno in comune Matteo Renzi (del PD) ed Elena David (Valtur), e Fiorello

Dopo settimane di rumors, è ufficiale: la ceo di Valtur resta al suo posto e Gabriele Del Torchio, ex a.d. di Alitalia ai tempi della mancata vendita ad Air France, la affiancherà nel difficile percorso di ristrutturazione.

Elena David è toscana, guarda caso, come il politico più chiacchierato degli ultimi anni, Matteo Renzi. Ecco, cos’hanno in comune il 43enne di Rignano sull’Arno e la dirigente poco più âgée, nata a Prato, oltre la toscanità? Molto, ora ve lo spiego.

Quando si è insediata come ceo Valtur, esattamente 15 mesi fa, Elena David è stata accolta con squilli di tromba e rullo di tamburi. Curriculum manageriale impeccabile, presidenza in associazioni di categoria, standing invidiabile, una delle poche (veramente poche, purtroppo) donne che contano nel turismo italiano. Come Matteo Renzi, il più giovane Presidente del Consiglio della storia, messo in crisi dal referendum del 2016, oggi alle prese con una faticosa campagna elettorale. Entrambi, celebrati all’inizio e poi messi via via in discussione.

Renzi e la David si sono presentati come salvatori della patria. Il primo per carattere e atteggiamento, innati entrambi. La seconda perché investita del ruolo da Investindustrial, che solo pochi mesi prima aveva messo sul piatto un pacchetto di milioni per rilevare brand e debiti da Franjo Ljuljdjurai. Si sa che ai finanzieri piace guadagnare, ma spiace molto più perdere, quindi la mission (impossible?) affidata alla David da Andrea Bonomi era chiara: rimettere in piedi la baracca, e non perdere soldi più del necessario.

Renzi e la David si portano la propria squadra. Non mi soffermo sul giglio magico, la questione è nota. Arrivata a Milano, la David trova già gli iberici Jordi de Las Moras e Guillermo Ruitort, ma colloca subito il fedele Daniele Giovenali alla direzione operativa. Seguono altri inserimenti, come il giovane senese Jacopo Monaci alla direzione risorse umane, ma ci sta: è la squadra che conta e ogni ceo se la disegna a propria misura. David si è guardata bene dal replicare la rottamazione propugnata (all’inizio) dall’ex sindaco di Firenze, ma possiamo dire - senza tema di smentita - che la vecchia guardia Valtur (e non solo quella...) è stata messa un po’ da parte.

Renzi e la David hanno difficoltà con la base. Quella elettorale di Renzi, i “duri e puri” che non si sono sentiti rappresentati da un giovane che non parla la loro lingua e non ha la loro storia. Quella agenziale per la David, e non per colpa sua: le intricate vicende Valtur (Patti prima, commissari poi, Franjo alla fine) hanno messo sul chi va là le agenzie di viaggi, che per decenni sono state le più fedeli alleate e venditrici dei villaggi con la “V”, soprattutto quando la sede era ancora a Roma. Vent’anni fa, se dicevi “villaggio”, a Roma, Napoli e Bari c’era una sola risposta: Valtur! Ecco, la David questo rapporto con la base non l’ha avviato, oppure non ha fatto in tempo. Avete mai visto un suo selfie con - mettiamo - Matteo di Rossoclub Viaggi e Vacanze di Taranto? Io no.

Se Fiorello, che in Valtur c’è nato, fosse stato nominato ceo, a Matteo (di Rossoclub, eh) il telefonino per fare il selfie gliel’avrebbe regalato lui. E poi l’avrebbe portato a Sanremo.

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