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Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter
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Maggio, tempo di convention: 5 errori da evitare

In trent’anni di attività avrò visto un centinaio di convention organizzate da t.o., network o compagnie di navigazione, davanti a decine o centinaia di agenti di viaggi. Diverse le ho organizzate, alcune le ho condotte sul palco, alla maggior parte ho semplicemente assistito. E proprio grazie ai commenti degli agenti di viaggi, ai quali ero seduto accanto, in platea o in pullman, ho imparato quali errori non si perdonano.

1) L’imprenditore innamorato della propria voce - A (quasi) tutti piace stare su un palco, al centro dell’attenzione, con un microfono in mano e la gente che pende dalle tue labbra. È un misto di gratificazione e adrenalina. Però quando l’imprenditore (o il top manager) prende la parola, il pericolo è che, primo, non la molli più; secondo, che prenda a tessere le proprie lodi. Non dimenticherò mai il controcanto che un dipendente, seduto accanto a me, faceva di quello che diceva il suo capo sul palco: “La nostra azienda è una famiglia, tutti hanno la medesima importanza!” (il capo) “Seee, allora perché hai fatto fuori due colleghe appena ti hanno detto che aspettavano un bimbo?!” (il dipendente) “Continuiamo a crescere, grazie al vostro supporto!” (il capo) “Ma se due anni fa ci ha salvato il fido delle banche, che se no avevamo già i libri in tribunale” (il dipendente) “E poi io sono sempre stato milanista!” (il capo) “Seee, da due anni, da quando lavoriamo coi camp del Milan, prima c’avevi pure lo screen-saver con lo scudetto della Roma...” (il dipendente)

2) No, ancora uno sponsor, no... - Certo che portare in giro qualche centinaio di agenti, magari accompagnati, costa un sacco di soldi, quindi dei contributi di partner e fornitori non si può fare a meno. Ma portare sul palco 8 o 10 sponsor, dando a ciascuno la parola, vuol dire che al terzo la gente si mette a smanettare, al sesto esce per fumare una sigaretta, al nono si addormenta. Soprattutto se gli sponsor spaziano dalla compagnia di bandiera alla compagnia di navigazione, dalla compagnia telefonica alla compagnia della cuoca, zia del proprietario del villaggio, che t’insegna a fare le orecchiette con le cime di rapa. Che poi risulta essere la cosa più interessante.

3) E stasera, tutti in discoteca!! - Non c’è convention che si rispetti senza la cena di gala e poi - immancabile - la serata in discoteca. Quando le discoteche erano luoghi di aggregazione (leggasi, di rimorchio selvaggio) aveva un senso buttare qualche ora in antri bui e rumorosi, sperando di acchiappare la banconista di Molfetta che avevi intravisto a colazione. Ma in tempi di reality e di social, come quelli odierni, l’acchiappo segue altre strade. E in discoteca ci finiscono quelli della mia età, che quando sentono Donna Summer si mettono a piangere dalla commozione.

4) Mi raccomando, puntuali, se no vi lascio a terra! - Sarà che ne ho viste troppe, ma non mi sento a mio agio, quando una ragazzina di vent’anni, con la T-shirt STAFF a caratteri cubitali, tatuaggio tribale e piercing al naso, mi accoglie sul pullman, mi dà del tu e minaccia di lasciarmi a terra, se la mattina dopo non mi presento sul pullman alle 4 e mezzo, per una “indimenticabile escursione nell’originale villaggio berbero!!”. E mi chiedo: perché noi addetti ai lavori, che NON siamo in vacanza ma lì a lavorare, dobbiamo essere trattati da un’animatrice tatuata alla stregua dei clienti che - si spera - manderemo in quello stesso posto la settimana dopo?! Vabbè, vale sempre l’adagio “pago - pretendo”, quindi - visto che sei lì gratis - meglio che ritiri il packed-lunch e ti sistemi in fondo al pullman, quando fuori è ancora buio.

5) No, ancora a Sharm no, ti prego - Per vent’anni il Mar Rosso ha fatto la fortuna di t.o., compagnie aeree e agenzie: siamo tutti creditori di Preatoni e del Coral Bay, che Sharm l’ha praticamente inventata. C’è chi c’è andato un paio di volte, in educational, ma anche chi non se n’è fatto mancare uno, e ora conosce tutti gli hotel, fino alla terza fila. Purtroppo da un po’ le cose sono cambiate ed è comprensibile che l’ente del turismo elargisca inviti a t.o. e agenzie. A chi è indeciso se andare a Sharm per la venticinquesima volta oppure passare il week-end dalla suocera, consiglio - solo per quest’anno - la seconda.

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