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Dai villaggi Valtur a GialloZafferano: il viaggio di Sonia Peronaci

di Oriana Davini

Non lo sa quasi nessuno, eppure Sonia Peronaci, fondatrice di GialloZafferano, probabilmente il sito di cucina più famoso d'Italia, è un altro dei nomi illustri che si sono fatti le ossa nei villaggi Valtur. Come Fiorello, Checco Zalone, Angelo Pintus e Teo Mammuccari, anche la foodblogger italiana per eccellenza ha mosso i primi passi sotto il cappello del tour operator il cui marchio è ora nelle mani di Nicolaus.

Ovviamente Sonia non lavorava nell'animazione, ma al bar. E come è successo a tutti gli altri, anche a lei l'esperienza è rimasta dentro come qualcosa di speciale. "Ho lavorato per otto anni al bar del Simeri Village, che era a cinque minuti da dove abitavo all'epoca - racconta a TTG Italia -. Lavorare in Valtur è stato formativo, ho imparato tanto e avevo a che fare con gente che arrivava da tutto il mondo. Dovevamo preparare aperitivi magnifici, buffet per 1200 persone nel verde, sotto gli ulivi: insomma avevamo il compito di far sognare chi arrivava al villaggio, è stato molto stimolante e insieme divertente".

Qual è il viaggio più bello che ha fatto finora?
Direi Key West: è stata la mia prima volta in America, da Miami abbiamo affittato una macchina e siamo arrivati a lì, un viaggio bellissimo. Poi ci sono tornata diverse volte, ho portato anche le mie figlie, perché c'era una sorta di attrazione magica che non saprei spiegare, è come se ci fosse un richiamo.

E quello che ancora non ha fatto?
Ne ho tantissimi: sono sempre stata molto attratta dall'Egitto e dalle piramidi fin da quando ero piccola, è il viaggio dei miei sogni. Un'altra terra che mi piacerebbe molto visitare è il Giappone, anche per la sua storia. E poi il Messico dei Maya e l'Australia. La storia dei paesi è la leva che mi fa decidere di partire.

Che tipo di viaggiatrice è?
Non sto mai ferma. In viaggio il riposo per me non esiste, perché devo vedere il più possibile, sono sempre in giro. Abbiamo fatto anche molte crociere, perché soddisfa il mio bisogno di movimento. È vero che non stai tanto in un solo posto, ma è bello come viaggio conoscitivo. Ora mi piacerebbe quella nei mari del Nord. Non sono molto un tipo da spiaggia, mi piace visitare, camminare, mangiare.

Dove mangia Sonia Peronaci quando è in viaggio?
Non vado mai nei ristoranti alti, cerco i ristoranti casalinghi, le piccole trattorie che propongono la cucina locale, perché da lì capisci tanto del paese che ti ospita. E poi mi porto a casa tutto.

In che senso?
Vado spesso a Parigi in macchina, perché compro libri, accessori di cucina, stampi, perché adoro la loro cucina: quindi mi ritrovo con la macchina carica e gli stampi dei biscotti nei vani delle portiere che tintinnano per tutto il tempo! E ovunque vado prendo piatti nella porcellana locale, che poi uso anche per il mio lavoro.

Tre cose che nella sua valigia non possono mai mancare?
In realtà negli anni ho imparato a essere molto minimal e a partire come mi capita: una volta dovevo avere la scarpa così, i trucchi di un certo tipo, mi portavo di tutto. Direi che quello che non può mai mancare è il cellulare, anche per il tipo di lavoro che faccio: è un attrezzo con cui si fa tutto. E un caricabatteria!

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