Ultimo aggiornamento alle 10:32

Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione
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Proprio un bell’ambientino…

In occasione del 5 giugno, celebrato dal 1972 quale Giornata Mondiale dell’Ambiente, vale forse la pena di richiamare alla memoria degli operatori del turismo alcune basilari definizioni.

Giusto per evitare che, nel lecito slancio di conquista del target eco-sostenibil-responsabile, ci si avviti in spirali autolesionistiche senza ritorno.

Secondo la letteratura istituzionale, le tre tipologie sarebbero così codificate:
Ecoturismo: si svolge in aree naturali e deve contribuire alla protezione della natura e al benessere delle popolazioni locali (WTO)
Turismo sostenibile: soddisfa i bisogni dei turisti e delle regioni ospitanti e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro (WTO)
Turismo responsabile: è attuato secondo il principio di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell'ambiente (AITR)

Il ‘verde’ non sarebbe dunque che uno degli ingredienti delle tre ricette; l’altro è il rispetto per il benessere e la cultura delle popolazioni locali. E la mancanza del secondo non autorizza a promettere vacanze catalogabili fra quelle sopra descritte.
Non a caso anche la Giornata promossa dall’Onu ha l’obiettivo di “dare un volto umano alle questioni ambientali facendo sì che le persone diventino agenti attivi dello sviluppo equo e sostenibile; accrescendo la consapevolezza che le comunità sono di importanza fondamentale”.

Ciò premesso - e sorvolando sulle cavillose elucubrazioni che vorrebbero il turismo, per sua fisiologica natura, inadempiente alle suddette regole in quanto portatore di flussi umani destabilizzanti per le più svariate e note ragioni -, è ragionevole ipotizzare che i viaggiatori del futuro premieranno sempre di più le destinazioni rispettose dell’Ambiente inteso in senso ampio: naturale e umano.

Il pegno che pagheranno i sordi all’appello lo si deduce dall’articolo dell’Huffington Post, sulle “destinazioni da esplorare prima che diventino troppo affollate”.
“Visitate questi astri nascenti adesso - scrivono -, e un giorno potrete dire con orgoglio: Io li conoscevo quando…”.

Profezie inquietanti, al cospetto delle quali è bello pensare che questo 5 giugno serva a dissuadere dal produrre - e promuovere - un turismo causa della propria stessa morte.
Una contraddizione in termini. E una sconfitta per tutti.

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