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Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione
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Quando il turismo impara a volare. In alto, molto in alto

Forse ci avete fatto caso: per quanto in giro sul pianeta Terra ci si dia un gran da fare a parlare di Spazio e ad esplorarlo nelle modalità più varie – incluse quelle a scopo turistico – niente quanto l’annuncio di una prossima missione di AstroSamantha è capace di accendere la comune attenzione sul tema.
Prima donna italiana negli equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea, nel 2022 l’astronauta Cristoforetti sarà anche la prima europea al comando della Stazione spaziale internazionale.
Un po’ per questo, un po’ per la generosità con cui – da terra e dallo spazio – illustra a noi comuni mortali la meraviglia degli orizzonti che ha il privilegio di esplorare e anche un po’ perché – ammettiamolo - in questi ultimi due anni abbiamo tutti sognato di poter volare lontano dalle terrestri vicende, il tema dello Spazio è tornato alla ribalta. E il turismo non può che approfittarne.
Insieme ai “Cieli del Cile” decantati nella recentissima puntata televisiva di Kilimangiaro Estate, crescono le iniziative dei territori anche italiani che suggeriscono l’osservazione degli astri come soluzione di vacanza slow e per giunta ecosostenibile.
Servito in era pre-Covid ad attrarre i turisti asiatici residenti nelle metropoli in cui la volta stellata è ormai cancellata da ogni genere di inquinamento, l’astroturismo è oggi annoverato tra i prodotti di viaggio che possono fare innovazione. Risale solo allo scorso anno l’annuncio della Red Sea Development Company che, da Riyadh, dichiarava di puntare a certificarsi come Dark Sky Reserve planetaria, dando peraltro all’iniziativa una chiave di lettura molto interessante. L’idea sarebbe infatti quella di riproporre ai viaggiatori un’immersione nella storia legata “ai pellegrini e alle tante persone in transito sulle antiche vie carovaniere, che attraverso i secoli hanno dormito sotto i nostri cieli; gli stessi – precisano - che ancora oggi possono osservare i viaggiatori che ci faranno visita”. Non, dunque, un’esperienza di taglio scientifico ma storico, immersivo e, a suo modo, rievocativo.
E non è finita, perché l’osservazione dei cieli ben si legherebbe anche alla vacanza spirituale. Come ricordano infatti gli organizzatori dei Dialoghi sull’Uomo in imminente apertura a Pistoia, il cammino della nostra specie comprende da sempre “le esplorazioni della terra e dello spazio, che hanno consentito di creare nuovi habitat e di sviluppare nuove conoscenze, per soddisfare l’esigenza di superare l’hic et nunc della quotidianità, alla ricerca di forme di spiritualità tanto religiosa quanto laica”.
Detto questo, un’azienda o un territorio potrebbero più prosaicamente ma del tutto legittimamente domandarsi se e quanto tutto ciò possa rendere. Per i motivi che abbiamo detto il segmento è in crescita e non a caso si è non soltanto ritagliato un posto tra le pagine del portale Italia.it, ma è anche il perno su cui ruota l’attività di Astronomitaly, il sito web che oltre a indicare le volte luminose più scenografiche ha ideato la certificazione de “I cieli più belli d’Italia”, un riconoscimento che – spiegano – “viene assegnato alle location dotate di un cielo stellato di qualità o che, in un percorso di qualificazione e miglioramento, desiderano valorizzarlo offrendo esperienze e servizi dedicati agli appassionati”. Questi ultimi sono grosso modo 40mila solo nel nostro Paese, raggruppati in circa 150 associazioni affiliate all’Unione Astrofili Italiani, nel suo genere una tra le più importanti in ambito europeo e mondiale. Un bacino destinato a crescere con il nuovo decollo di AstroSamantha che, come già avvenne in passato, farà salire ulteriormente la domanda. Salire alle stelle, s’intende.

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