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Viaggi di marketing

Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione
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Bella senz’anima…zione. La vacanza secondo natura

Chissà se è stata qualche nostalgica reminiscenza infantile oppure il consiglio di qualche acuto pedagogista a suggerire a Thai Airways di regalare ai piccolissimi passeggeri un kit di intrattenimento fatto di frutta finta con cui giocare durante il volo. Lo stesso dubbio vale per l’iniziativa di EasyJet, che per i passeggeri più giovani in partenza per le vacanze estive ha ideato le Flybraries, stimolandoli alla lettura, durante e dopo il viaggio.

Comunque sia andata, non c’è dubbio che entrambe le iniziative vadano nella direzione oggi caldeggiata dai pedagogisti, una direzione di cui anche il turismo scolastico e per famiglie dovrebbe prendere atto per assecondare le attuali necessità della domanda.

Ma quali, esattamente? Lo abbiamo chiesto a Luisa Piarulli, Premio Curcio 2016 per la diffusione della cultura pedagogica e tenace sostenitrice di tutte quelle attività e quei passatempi che possono aiutare bambini e ragazzi a sviluppare il dialogo interpersonale, la creatività, l’autonomia di pensiero e le capacità introspettive. Ne parla a fondo nel suo ultimo libro, “Pedagogicamente parlando”, opera per specialisti della materia attraverso la quale, grazie anche a numerosi riferimenti al pensiero di sociologi, filosofi e ricercatori, richiama chiunque lavori con persone in giovanissima età a una maggiore sensibilità sul tema.


Inevitabile domandarle se questa responsabilità investa anche chi nel settore turistico e alberghiero si occupi di animazione. “Non c’è dubbio – risponde -. L’animazione non può essere, almeno non solo e non sempre, palloncini, pittura del viso, cartoni animati o ballo. I ritmi di vita dei bambini e delle famiglie sono profondamente cambiati e chi propone intrattenimento per questo tipo di clienti dovrebbe ideare soluzioni più adatte, diciamo, alla contemporaneità”. E come spesso accade, la contemporaneità implica un ritorno al passato, con i dovuti aggiustamenti. “Quello di cui oggi hanno bisogno i bambini – spiega Piarulli – sono in realtà le cose apparentemente più semplici ma ormai rare nella loro quotidianità: pensare, parlare con qualcuno, passeggiare per il solo piacere di passeggiare senza avere – e lo sottolineo con forza - obbligatoriamente uno scopo. Arrivo al paradosso dicendo che oggi i bambini hanno anche bisogno di imparare ad annoiarsi”. Perché tutto questo? “Perché durante l’anno la loro vita si svolge tra attività preordinate, precostituite, competitive. La vacanza deve concedere uno stacco e, quindi, essere l’opposto. La vera nuova animazione dovrebbe essere, in breve, dis-animata.

Qualche consiglio pratico? “Proporre passatempi che valorizzino l’oralità, il racconto condiviso; che insegnino l’importanza di osservare natura, ambienti e volti che ci attorniano; stimolare l’interpretazione del mondo attraverso la fotografia, la costruzione di libri personali, la creazione di raccolte di oggetti che concorrono a raccontare il sé e l’Umano; lasciarli al gioco libero. E poi organizzare qualche attività con il resto della famiglia, per rafforzare rapporti sempre più allargati e complessi che spesso si basano su equilibri da rodare”. Perché il tempo rilassato della vacanza serve anche a questo. E la personalizzazione del prodotto passa anche da qui.

Twitter @paolaviron

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