Ultimo aggiornamento alle 12:29
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Turismo d’alta gamma, dal rapporto Eccia le cifre e i trucchi per svilupparlo

Rappresenta solo il 2% delle strutture ricettive europee, ma genera quasi il 22% del fatturato nel continente. È il turismo di alta gamma così come lo dipinge lo studio della European Cultural and Creative Industries Alliance, che ha cercato di quantificarlo tenendo conto non solo del giro d’affari degli alberghi, ma anche di quello di cibo, vino, shopping e cultura.

“Oggi – spiega il presidente Matteo Lunelli – vale circa 170 miliardi, ma in dieci anni potrebbe crescere fino a 520 miliardi”.
Ma lo studio Eccia quantifica anche il valore del segmento in Italia; nel nostro Paese, dove il turismo ha un fatturato che oscilla tra gli 80 e i 100 miliardi di euro, il settore di fascia alta genera una spesa di 25 miliardi. “Di fatto - precisa Lunelli ad Affari&Finanza di Repubblica – nel nostro Paese l’alto di gamma rappresenta meno dell’1%, ma riesce ugualmente a generare il 25% della spesa turistica locale. Si potrebbe fare di più, sull’esempio di Portogallo e Grecia, che lo hanno portato al 5%”.

Nella rosa dei primi cinque
Con Francia, Spagna, Germania e Regno Unito l’Italia rientra comunque nella rosa dei cinque Paesi che, secondo il rapporto Eccia, generano il 75% del valore turismo di fascia alta in Europa.
Il viaggiatore di alta gamma è prezioso soprattutto perché investe nella sua vacanza otto volte più della media e non bada a spese quando si parla di cibo, vino ed esperienze sostenibili; contribuisce, inoltre, fino al 33% della spesa per cultura, intrattenimento e shopping.

La ricetta per sviluppare il business
Per attirarlo sempre di più gli ingredienti della ricetta sono numerosi, ma le tipologie di vacanza che incontrano il favore di questo tipo di clientela e che, dunque, vanno potenziate sono il turismo sostenibile, quello naturalistico e la vacanza legata al wellness.

“Occorre anche migliorare le infrastrutture – fa notare Lunelli – perché l’utente di fascia alta vuole viaggiare comodo, con aeroporti vicini ai luoghi di vacanza. Bisogna infine facilitare la politica di rilascio dei visti e, non da ultimo, promuovere un  sistema di formazione dell’ospitalità”.

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