Ultimo aggiornamento alle 12:04
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Scontro sull'Ets, Airbus e i vettori scrivono ai leader europei

Una lettera per chiedere ai leader politici europei di mettere la parola fine all'escalation in corso nello scontro commerciale sulla 'carbon charge', l'imposta sul carbonio voluta dall'Unione europea.

La richiesta ufficiale parte dai vertici di Airbus, che si sono uniti a otto linee aeree e produttori di motori europei scrivendo ai primi ministri di Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. I firmatari sostengono che l'opposizione all'Ets (European Emissions Trading Scheme) da parte della Cina sta portando a gravi conseguenze per l'industria europea.

Secondo Airbus, infatti, la Cina avrebbe già sospeso gli ordini di aerei per un valore di 12 miliardi di dollari, circostanza che secondo il costruttore metterebbe a rischio 1.000 posti di lavoro nell'azienda e altri 1.000 nell'indotto. I nove amministratori delegati che hanno firmato congiuntamente la lettera prevedono che la lista delle sospensioni, cancellazioni e azioni punitive crescerà ancora, dal momento che altri importanti mercati continuano a opporsi al'Ets: "Una situazione - sostengono - che l'Europa non può permettersi nell'attuale condizione economica".

A questo punto diventa urgente avviare trattative al livello del Consiglio Ue e, cosa più importante, con gli Stati che hanno intrapreso queste azioni di ritorsione. "Bisogna mettere fine a tali misure punitive prima che sia troppo tardi" avvisano. I nove ceo concludono sostenendo che solo una soluzione globale possa essere adeguata a risolvere il problema delle emissioni nell'industria aeronautica e "la soluzione si può trovare solo nell'Icao, che recentemente ha creato un gruppo di lavoro di alto livello per presentare, entro fine anno, un progetto globale proprio sulle emissioni nel campo dell'aviazione internazionale".

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